È un grande classico il romanzo fantascientifico della scrittrice M.

Shelley intitolato “Frankenstein”, in cui uno scienziato, assemblando parti diverse da vari cadaveri, dà vita ad una “creatura” vero? Sostanzialmente è quello che hanno fatto il neurochirurgo italiano Sergio Canavero e il collega cinese Xiao-Ping Ren. Questo progetto portato avanti da Canavero dal 2015 ha avuto modo di concretizzarsi  il 17 novembre 2017 attraverso un esperimento diagnostico, durato circa 18 ore, quando ha innestato la testa di un cadavere alla colonna vertebrale, nervi e vasi sanguigni di un altro cadavere. Dopo questo esperimento (biologicamente) riuscito si è presentato già il primo volontario, un trentenne russo di nome Valery Spiridonov, affetto da una grave malattia degenerativa che lo ha  paralizzato. Ma c’è la certezza che il trapianto sia efficace? Già in passato il neurochirurgo ha effettuato degli esperimenti sui topi e poi sulle scimmie. Il primo esperimento è stato un vero successo, infatti i topi sono sopravvissuti. Nel secondo caso il risultato è stato un coma irreversibile e dopo 20 ore hanno staccato le spine ai macchinari per ragioni “etiche”. Insomma, in futuro si potranno fare trapianti di testa? Spiridonov sarà la prima “cavia”? Il neurochirurgo al giornalista Dean Burnett spiega che si parlerà di un trapianto di testa in un futuro molto lontano poiché l’esperimento presenta vari limiti. Inoltre ha dichiarato che l’esperimento eseguito sui cadaveri è solo una dimostrazione di come recidere una testa e impiantarla su un altro corpo unendo nervi e vasi sanguigni e che il tutto è solo l’inizio di ciò che serve perché un corpo funzioni.  “Puoi assemblare due metà di auto diverse e definirlo un successo, se vuoi, ma nel momento in cui giri la chiave e il tutto esplode, la maggior parte delle persone avrebbe qualche difficoltà a sostenere che è stata una brillante idea”. Alcuni limiti dell’intervento di Canavero sono la recisione del midollo osseo, la connessione di numerosi nervi e vasi sanguigni e il degradarsi del cervello. La recisione del midollo osseo è un dettaglio non trascurabile poiché molti pazienti che hanno avuto il midollo osseo reciso da una coltellata non hanno ripreso a camminare. Nei trapianti di organi o per esempio, in quelli di cuore è relativamente più semplice connettere i vasi sanguigni mentre nel trapianto di testa è difficile, quasi impossibile trapiantare il midollo spinale e ripristinare milioni di connessioni neurali. Un altro dettaglio che bisogna prendere in considerazione riguarda il cervello, che inizia a degradarsi a distanza di pochi minuti dall’assenza di ossigenazione. Dopo aver effettuato tutte le connessioni il cervello non riuscirebbe a sopravvivere e, finito il trapianto, non avrebbe alcun senso avere come risultato un corpo con un cervello non funzionante. Ipotizzando che il trapianto sia fattibile Spiridonov non può essere la prima persona sottoposta a questo tipo di trapianto perché la Cina, finanziatrice di questi esperimenti, vuole che la prima “cavia” sia cinese. Fantascienza o no, un giorno, forse, si eseguirà un trapianto di testa su esseri umani in carne ed ossa e allora il romanzo di Shelley non sarà più frutto di immaginazione, ma realtà. Nel frattempo, le persone come Spiridonov non possono far altro che accettare le loro malattie e aspettare con pazienza e tanta fiducia nella Scienza una possibilità di condurre una vita normale.