«Alle volte mi sembra che un’epidemia pestilenziale abbia colpito l’umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l’uso della parola».

A colpo d’occhio potrebbe sembrare un frase detta da qualche famoso influencer dei nostri giorni, eppure se facciamo attenzione, notiamo che è un concetto che espresse Italo Calvino in Lezioni Americane, già nel 1988. Oggi, ci si lamenta perché spesso le parole vengono usate in modo inappropriato o inadeguato e purtroppo imbattendoci su un qualunque social, la teoria non viene smentita:  frequentemente assistiamo ad esilaranti litigi per futili questioni oppure leggiamo post sulla soglia del ridicolo per il contenuto o per la forma grammaticale. Come studenti, ci siamo chiesti cosa ne pensassero delle persone che, quotidianamente per lavoro, devono avere a che fare con queste “creature mitologiche da tastiera”. In una calda mattinata di fine ottobre, la nostra scuola ha ospitato due importanti ospiti, invitati dal circolo culturale scolastico La bottega di Holden in collaborazione con Conversazioni sul futuro: Vera Gheno, sociolinguista e Twitter manager dell’Accademia della Crusca, che con la sua formidabile dote oratoria ha incantato tutti, studenti e professori, esponendo il suo intervento basato sulla relazione tra l’evoluzione del linguaggio e i social network. “Effetto tinello”. E’  così che la Gheno definisce tutti quei casi di persone saccenti che litigano virtualmente con altri, “sbraitando” come se fossero nel tinello della propria casa, ma in realtà tutto ciò che scrivono ha un uditorio immenso. Un difetto o un pregio di quest’era digitale, consiste proprio nel fatto che siamo tutti iperconnessi e le informazioni attendibili o meno che possano essere, viaggiano in tutto il mondo ad una velocità quasi impercettibile. Di fatto, un problema assai complesso è proprio quello di capire se una notizia sia vera oppure no. Il secondo ospite è stato, Adelmo Monachese, scrittore e autore del giornale satirico Lercio. it, che ha parlato della distinzione tra fake news e notizia satirica, delle  regole che deve comunque rispettare un giornale satirico e ha illustrato, infine, alcuni trucchi per capire cosa si sta  leggendo veramente. Alla fine, abbiamo compreso anche con degli esempi divertenti presi dal Web, che ognuno è libero di utilizzare Internet come vuole, nel rispetto dei diritti e della libertà altrui, ma soprattutto dovrebbe essere insito nella coscienza di tutti, un giusto equilibrio che riesca a controllare “gli accaniti seriali da tastiera”. Un incontro frizzante e divertente che concilia il mondo quotidiano dei giovani con il mondo scolastico, che si apre all’innovazione e alla realtà che i giovani e non, vivono ogni giorno.