La cerimonia di inaugurazione, i colori delle bandiere, gli inni, il cuore che batte più forte, il sogno di poter alzare la coppa.

Ogni quattro anni l’appuntamento fisso per sportivi è e rimane il mondiale di calcio. Il mondiale non è visto solo come gara calcistica, ma viene vissuto come un momento di incontro, di allegria che riesce a far sentire ad ognuno di noi più forte il senso di patriottismo. Dagli antropologi di tutto il mondo è studiato come un evento sociale che aggrega la popolazione senza tener conto di tutte quelle barriere che si creano nella vita quotidiana, ma ci si identifica tutti sotto la stessa bandiera. Questo è accaduto in Italia ininterrottamente negli ultimi sessant’anni, intere generazioni di italiani hanno avuto l’occasione di incontrarsi e festeggiare assieme per le imprese compiute dalla propria nazionale. Durante la prossima estate, invece, non si avrà la stessa opportunità. L’eliminazione dell’Italia dai mondiali di Russia 2018 avrà, oltre alle ovvie ripercussioni sul calcio, anche delle conseguenze di carattere socio-economico per tutto il Paese. Secondo l’istituto per la Competitività I-Com, tenendo conto dei premi Fifa, dei diritti Tv, delle sponsorizzazioni e delle mancate vendite del merchandising (l’insieme delle attività dirette a promuovere un prodotto in vendita) il danno economico per la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) si avvicina ai 100 milioni di euro. Ma i danni sono per tutto il Paese: secondo i dati Istat del 2007, dopo che la nazionale italiana vinse nel 2006 i mondiali di calcio in Germania, l’economia del Paese incrementò in modo rilevante; si riscontrò un aumento del Pil del 4, 1%, il tasso di disoccupazione scese del 10% e la vendita dei prodotti “made in Italy” in tutto il mondo salì del 10% rispetto all’anno precedente. Basti pensare a tutto il commercio che gira intorno a un Mondiale: le pubblicità, la ristorazione che si muove ad organizzare gruppi d’ascolto per seguire le varie partite, l’acquisto di dispositivi tv e di gadget a marchio della nazionale. È  verificato che nel nostro Paese il Mondiale viene anche visto come un momento in cui poter incontrarsi e dare un supporto alla nazionale non tralasciando la convivialità e il piacere di stare insieme; si è constatato che quando gli azzurri giocano il Mondiale 2 tv su 3 trasmettono la partita. Il Mondiale sembra una buona occasione di business anche per le pizzerie a domicilio: secondo una recente ricerca, durante la Coppa del Mondo di calcio 23 milioni di tifosi italiani avrebbero consumato una pizza d’asporto e ne avrebbero ordinata una a domicilio almeno 3 volte per un totale di quasi 70 milioni di pezzi. Ma guardando il bicchiere mezzo pieno, possiamo dire che con l’eliminazione della nazionale Italiana dai mondiali di Russia 2018, secondo gli studi condotti dagli antropologi si avrà un consumo inferiore di energia elettrica, una minore probabilità di attacchi cardiaci e un minor numero di incidenti stradali. E chi l’avrebbe detto che anche in simili disavventure esiste un lato positivo?