Dovranno ricredersi coloro i quali continuano a minimizzare, a derubricare atti di violenza e intimidazione come opera di “quattro ragazzi”, a parlare di fascismo come cosa vecchia, acqua passata.

Dovranno ricredersi, o meglio dovranno convincersi tutti gli altri che l’irruzione degli skinhead di Como e il blitz di Forza Nuova sotto la sede di Repubblica sono episodi di fascismo. Bisogna scriverlo a chiare lettere, senza reticenze nel pronunciare una parola scomparsa dai meandri della memoria di molti e che per anni si è sempre nascosta, come polvere sotto al tappeto. Sono episodi, anzi sintomi, focolai di una malattia che va debellata. Dichiarare guerra alle idee, intimidire un giornale, irrompere nella sede di un’associazione, prendere a “capocciate” un cronista riporta allo squadrismo, agli anni più tristi della storia italiana, anni di dittatura, di repressione, di omicidi politici, di leggi razziali, di censura. Anni di fascismo. Venti anni neri, di buio pesto, che la storia ci ha consegnato in tutta la loro crudezza per farne monito e che alcuni, purtroppo tanti giovani, provano a rivalutare. Negazionismo e ignoranza sono due parole chiave per comprendere questo fenomeno. Studiare la storia è fondamentale, insegnare il rispetto delle idee, l’importanza del confronto, ancora di più. La bellezza della democrazia, che è una conquista, non un dono e va difesa, sempre. Ancora più tenacemente in periodi di crisi, di paura, come questi, quando il popolo è sfiduciato, affamato, povero, e cede agli estremismi, si lascia ipnotizzare dagli incantatori di serpenti. Per quanto tempo continueremo a chiudere gli occhi? Fino a che punto deve spingersi la minaccia neofascista per spingerci ad agire? Il fascismo in Italia non è un’opinione. È un reato. La nostra costituzione è antifascista, nata dalle macerie di un paese distrutto dalla guerra e dalla dittatura. Votata da forze politiche di destra e di sinistra, ma tutte legate dal filo dell’antifascismo, per un paese libero, per un grande patto democratico. Lo stesso che deve legare oggi il popolo italiano, senza divisioni e tentennamenti. Bisogna intervenire perché a furia di chiudere gli occhi e tapparsi il naso e le orecchie, i muscoli si impigriscono e rischia la paralisi: non vedere e sentire più niente. Si rischia di considerare il fascismo normale. Di scambiare un reato, per un’opinione.