particolarestoria.

. .  eElena era appena adolescente quando suo padre, re di Montenegro, decise di allontanarla dal palazzo di Cettigine immerso tra le montagne per mandarla a studiare in un collegio in Russia; sperava di poterla sposare con il futuro zar, aumentando così il prestigio del proprio Paese. Ma gli interessi diplomatici erano lontani dalla principessa, giovane abbastanza per lasciarsi prendere da amori impossibili che le alieneranno la possibilità di essere zarina (e quindi anche di essere giustiziata durante la rivoluzione). Poco più che quindicenne Elena prese parte a un gran ballo a cui partecipavano i principali membri della corte e del corpo diplomatico. Durante il galà il principe Arsenio, cugino di Elena e suo pretendente, le mancò di rispetto e venne sfidato a duello dall’ufficiale Karl Von Mannehrim, futuro presidente di Finlandia.               Fra Elena e Mannehrim nacque una storia d’amore destinata però a terminare forzatamente poiché il re Nicola richiese il ritorno di sua figlia in Montenegro con il conseguente ritiro dagli studi. Contemporaneamente, in Italia, Vittorio Emanuele, futuro re, rifiutava di sposarsi per assecondare la volontà dei genitori: “sposerò solo la donna che amerò veramente”, affermava.                                                Il Primo ministro Crispi e la regina madre Margherita riconobbero subito in Elena una papabile candidata: a quel punto bisognava solo pianificare l’incontro facendo credere al futuro re che fosse del tutto casuale. Venne stabilito che i due si incontrassero per la prima volta all’Esposizione Internazionale d’Arte che si teneva a Venezia, durante una serata di gala al teatro La Fenice. Fra Elena e Vittorio Emanuele fu subito amore. Vittorio Emanuele comunicò alla madre di voler sposare Elena, felice di farlo soltanto per amore, al di là dei disegni di corte, ufficializzando il tutto andando a Cettigine e chiedendo al re Nicola di avere sua figlia come moglie. Elena era ortodossa, per sposarsi, quindi, dovette abiurare, fatto che la allontano definitivamente dalla madre che si rifiutò perfino di partecipare alle nozze. Il matrimonio fu ampiamente criticato dall’opinione pubblica, tanto che prese il nome di nozze con i fichi secchi a causa della scarsa dote della regina, dei festeggiamenti ricchi ma non sfarzosi. A discapito di ciò si trattò di un matrimonio felice e prolifico da cui Elena ebbe cinque figli. Durante la luna di miele dei due sposi, però, il re Umberto I morì, Vittorio Emanuele dovette quindi tornare in Italia da re. Elena fu una regina estremamente modesta, che mise la famiglia al primo posto rispetto a potere e politica. Operò a favore dei deboli e dei poveri, entrando personalmente in azione in caso di epidemie o disastri. Romantica lettrice di romanzi permise alla figlia Iolanda di sposare l’uomo che amava, seppure povero, invece di un pretendente più ricco, scelta che alienerà alla nipote le simpatie della regina Margherita. Elena era inoltre molto portata per le lingue, e spesso fece da traduttrice al marito. Quando Mussolini apparve nella scena politica italiana, al contrario della regina madre che lo vedeva di buon occhio, Elena si rifiutava di chiamarlo Duce mostrandosi in alcuni casi apertamente in opposizione a quest ultimo. Nonostante ciò Vittorio Emanuele cedette a Mussolini. Di fronte agli orrori della guerra Elena si operò in qualsiasi modo per aiutare i feriti e i poveri. Scrisse inoltre una lettera alle sei sovrane dei Paesi neutrali d’Europa per convincerle a fare da intermediarie per fermare il massacro, in un tentativo estremo che prese il nome di Pace delle dame. Si trattò di una mediazione rimasta inascoltata, anche perché Mussolini proibì alla regina di andare avanti. In seguito all’abdicazione, Vittorio Emanuele III ed Elena furono costretti all’esilio in Egitto dove il primo morì seguito alcuni anni dopo da Elena, malata di cancro. Prima di morire la regina espresse la volontà di essere seppellita in una fossa comune, senza sfarzi. Poche settimane fa la salma di Elena di Savoia, assieme a quella del marito, sono state riportate in Italia, e traslate nel Santuario di Vicoforte. Si tratta di una sistemazione sicuramente meno solenne del resto della famiglia, sepolta nel Pantheon. Sarebbe stata questa la volontà di Elena?