La Russia è sempre stata fulcro dell’attenzione mediatica, la superpotenza che, assieme agli Stati Uniti ha dominato per decenni la scena mondiale.

L’ultimo grande scandalo di cui è protagonista, Russiagate, vede delle possibili interferenze nel voto per le elezioni negli USA, operate dal governo russo. Ѐ possibile che il sistema sia corrotto?Le accuse contro la Russia sono ormai all’ordine del giorno: un articolo di Rosalba Castelletti, corrispondente di Repubblica da Mosca, raccontava come venissero avanzate ipotesi di corruzione simile anche in Italia, in particolare riguardo un’eventuale manipolazione del referendum del 2016 che decretò la fine del governo Renzi. È possibile che ci sia sempre dietro il Cremlino? Per chiarire le idee si dovrebbe cercare di inquadrare meglio il modello del paese in sé. Quale è la situazione reale nell’ex gigante socialista?Oggi la Russia è una repubblica semipresidenziale, dal governo democratico, il cui capo è riconosciuto in Vladimir Putin, ex militare dalle idee conservatrici che ha riportato la Russia ad essere grande a livello economico, facendole guadagnare importanza a livello di politica internazionale. Putin salì per la prima volta al potere nel ‘99, riuscendo a mantenere ininterrottamente lo scettro sino ad oggi, fatta eccezione per un breve periodo durante il quale, per ragioni costituzionali, governò un suo fedelissimo. Il suo governo potrebbe far storcere il naso ai sostenitori del modello democratico occidentale, eppure dovremmo avere imparato che non esiste un prototipo universale. Il Professore Campi, docente di Dottrine Politiche presso l’università di Perugia, sostiene che gli anni dell’URSS abbiano portato allo sviluppo di una maggiore sensibilità per il  bene del paese, ad una sorta di aspirazione al bene collettivo. Afferma, inoltre, che sia ancora possibile vedere una forte impronta socialista all’interno del sistema burocratico del Cremlino guardando all’economia del paese: buona parte delle imprese è fortemente controllata dallo Stato, come anche lo è la libertà di stampa. Stando al ranking di Reporters Without Borders stilato nel 2017, la Russia occupa la centoquarantottesima posizione (all’ultima e centottantesima troviamo la Corea del Nord), lasciando quindi pensare a un sistema non troppo restio alla censura. Per quanto riguarda la corruzione, che di conseguenza consentirebbe di intromettersi nelle elezioni dei paesi stranieri, sono sempre i dati di un ranking a far riflettere: questa volta quelli di Trasparency International, che con un punteggio di 29 centesimi colloca la Russia al 131 posto su un totale di 176. Pesante la dichiarazione sempre del professor Campi in un’intervista a Rai Storiaquando sostiene  che si abbia davanti comunque un modello democratico, un modello voluto dai Russi per la Russia, incentrato su un potere molto forte in grado di tenere unito un paese di vastissime dimensioni e con densità di popolazione molto diverse fra loro. In altre parole in linea con la storia che parte dagli zar e transita dai Soviet.  Confrontando i dati con il punto di vista del professore, è possibile delineare la mentalità del paese, secondo la quale il bene collettivo è il bene primario, e tutto il resto vi si subordina. La scelta della popolazione (la cui maggior parte si dichiara soddisfatta del governo) è stata quella di puntare anzitutto all’unità e la forza del paese, per tornare a risplendere come potenza. Abbiamo quindi il diritto di fare congetture riguardo la Russia solo perchè si tratta di un paese “diverso”?Si ha di fronte un paese prettamente legato al potere ed alla sicurezza, che punta molto sulla politica estera e sul dominio. Una potenza dalla mentalità diversa, che potremmo definire quasi coloniale, che non presta troppa attenzione alla libertà del singolo, valore alla base del governo occidentale, comunque dal carattere coloniale di cui l’imperialismo statunitense è esempio assai calzante. Dovremmo però comprendere che l’est non è l’ovest. Così come i modelli democratici occidentali non coincidono con quelli orientali. E dopotutto pare che ai russi vada bene così.