No, io sono tuo padre.

Una battuta, cinque parole: un grandioso capovolgimento di trama che, se fosse trapelato prima dell’uscita del suo film, avrebbe costituito certamente uno dei più grandi spoiler della storia. Nonostante ci sembri improbabile che esista ancora qualcuno che non conosca il mondo di Guerre Stellari o non abbia visto quel gioiello che è Star Wars episodio V, L’impero colpisce ancora, (se non lo avete fatto, cosa aspettate?) non vi sveleremo chi si cela dietro la rivelazione che, nel maggio del 1980, sconvolse migliaia di fan dell’universo lucasiano. Oggi, però, non siamo qui per parlare di Star Wars, ma di qualcosa di molto meno amato: lo spoiler. Viscido e crudele al pari della matrigna di Biancaneve, subdolo e meschino come Scar de Il re leone, feroce e sadico alla stregua del Hannibal Lecter, capace di prosciugare la felicità come il peggiore dei Dissennatori, lo spoiler è il villain per eccellenza, il nemico giurato di ogni cinefilo o serie tv addicted che si rispetti. Chi spoilera anticipa un momento saliente di un libro, di una serie tv o di un film, rovinando completamente la sorpresa e si macchia, così, di un’onta non facilmente perdonabile. Nel mondo schiavo di internet, è semplice incappare in uno spoiler leggendo una recensione troppo dettagliata, guardando delle immagini terribilmente eloquenti o trovandosi di fronte agli occhi il post del guastafeste di turno che, dopo aver guardato un film o una serie tv, sente l’impellente esigenza di raccontare per filo e per segno i particolari della trama su tutti i social esistenti. Assicurandosi, aggiungerei, l’odio ed il ribrezzo di tutti coloro i quali non sono ancora riusciti a recuperare il prodotto di cui si sta spoilerando.  Dalla facilità di cadere in trappola è scaturita una vera e propria febbre dello spoiler che, evolutasi negli anni, arriva oggi a poter essere considerata una malattia virale, che, pian piano, si insinua nella nostra mente. Una volta attaccati dal virus della spoilerofobia (paura di ricevere un’anticipazione indesiderata), il complottismo prende possesso di noi ed iniziamo a vedere spoiler ovunque. Quello che era, inizialmente, un “sano” risentimento (e la voglia di ricambiare il favore) di fronte a chi ci anticipava il finale del nostro show preferito, avendone visto l’ultima puntata prima di noi, diventa l’odio (con conseguenti insulti) nei confronti dell’intelligentone che ci rivela la dipartita, nella scena finale, del protagonista del film che stiamo andando a vedere al cinema. Siamo caduti  nel baratro del ridicolo. La malattia è all’ultimo stadio: smarriamo il gusto di guardare un lungometraggio o una serie tv e apprezzarne le scelte registiche, di sceneggiatura o di messa in scena, perché siamo troppo avidi di scoprire come va a finire, terrorizzati dal ricevere uno spoiler. La spoilerofobia è un male che, se non opportunamente controllato (perché, può essere controllato), ci fa perdere di vista il valore stesso dell’esperienza cinematografica o televisiva e ci fa divenire automi capaci solo di vomitare offese su chi dice che il film che stiamo guardando finirà a breve, perché anche questo verrà percepito come uno spoiler. Con questo, non vogliamo certo sminuire la meschinità del signor spoiler, che è terribilmente odiato anche da chi scrive, ma ci preme invitare tutti gli spoilerofobi a prendere la questione anticipazione indesiderata con più filosofia. Teniamo, inoltre, a fare delle precisazioni riguardo ai famigerati spoiler. Esistono dei prodotti cinematografici o televisivi capaci di suscitare quasi il medesimo effetto sorpresa, attraverso una scena particolarmente rilevante ai fini di una narrazione, in chi ha ricevuto l’anticipazione riguardo il plot-twist e chi ne è ignaro. Un esempio? Breaking Bad è considerata una delle migliori serie tv della storia; molti conoscono  l’epilogo, ‘grazie’ ai migliaia di riferimenti che si fanno in giro, ma questo non preclude la voglia di iniziare a guardarla e godere della visione di un vero capolavoro. Vogliamo parlare del finale della prima stagione de “Il trono di spade”? Decine e decine di meme al riguardo, ma guardando quell’ultima devastante scena nessuno può rimanere impassibile. Ci sarebbe, poi, da chiarire che cosa oggi, nel 2018, può essere considerato spoiler e cosa no. Certamente parlando di prodotti usciti nelle sale o sulle piattaforme streaming negli ultimi mesi, possiamo tranquillamente parlare di spoiler. Eppure, anche nel caso di storie molto famose, che hanno raggiunto lo status di classico o cult, ci sarà sempre qualcuno completamente all’oscuro dei loro contenuti. Ma, nonostante questo, nessuno si farà mai dei problemi a commentarle apertamente, proprio perché si tratta di prodotti, ormai, famosissimi, canonici potremmo dire. Dobbiamo, però, tenere presente che i tempi di distribuzione e di fruizione non sono uguali per tutti gli utenti e per tutti i tipi di storie. Per questa ragione è molto conveniente prendere delle precauzioni per evitare il rischio spoiler . Chi scrive di cinema o serie tv dovrebbe inserire all’inizio della recensione o del qualsivoglia articolo o commento, che potrebbe contenere delle anticipazioni, la dicitura “SPOILER ALERT” e gli spoilerofobi, quindi, dovrebbero astenersi dal leggere qualunque testo non sia preceduto dalle espressioni “NO SPOILER” o “SPOILER FREE”. Al di fuori del web o dello scritto in generale, chiacchierando faccia a faccia, nessuno dovrebbe rivelare l’identità dell’assassino del film ad un amico senza prima essere sicuro di non fare uno spoiler. Restando fedeli all’incipit di questo articolo, a noi, consapevoli delle insidie del mondo, pieno di spoiler, non resta che augurarti “Che la Forza sia con te”.