A Lecce piove sul bagnato, con una sconfitta che sancisce la fine dell’imbattibilità del mister Liverani e un momento di appannamento dal momento che i giallorossi hanno portato a casa solamente un punto dei sei disponibili.

La mancanza di questi ultimi tre punti persi pesano in classifica e danno fiducia al Catania e anche al Trapani. Insomma il campionato si è riaperto, anche se, in realtà, non si era mai “chiuso”. L’esperienza ci dice che quello della serie C è sicuramente un campionato difficile, dove un +7 dev’essere considerato un +1, e dove nessuna partita è facile. Primo tempo lento e di studio, che si anima con qualche azione per mano del Lecce: al sedicesimo minuto Costa Ferreira pennella un cross al centro per Di Piazza che di testa sfiora il palo alla sinistra di Bacci; poco dopo un altro colpo di testa, questa volta di Saraniti, ma il pallone si spegne sul fondo. Nessun’altra azione degna di nota, con la pioggia che smorza il gioco delle due squadre e primi quarantacinque minuti si chiudono in parità. Secondo tempo che si apre con una Juve Stabia più offensiva, che impensierisce la difesa leccese con un paio di cross velenosi che, fortunatamente, non trovano finalizzatori… sospiro di sollievo! Mancosu e Arrigoni tentano di impensierire Bacci con due tiri da fuori, ma, nonostante la pioggia, la palla sembra essere incollata ai piedi e alle mani del portiere campano. Dopo l’inserimento di Tabanelli, Liverani cala la carta Torromino al posto di un non-ispirato Di Piazza, ma cinque minuti dopo arriva il vantaggio stabiese: palla lunga per la punta Paponi, Cosenza cerca di intercettare il pallone e anticipare l’attaccante, ma decide di farlo in modo alternativo, dandosi a una mossa di karate tanto spettacolare quanto inutile, ed ecco che lo stabiese aggancia il pallone, “ubriaca” con le sue finte Marino (confuso dalla pioggia… ci mancava anche quella!), passa la palla al limite dell’area per il liberissimo Mastalli che di piatto la insacca dove Perucchini non può arrivare: è 0-1, la panchina stabiese entra in campo e i tre tifosi presenti nel settore ospiti iniziano a correre in ogni dove. Reazione del Lecce che si fa attendere, attendere e attendere, tanto che al novantaquattresimo arriva il fischio finale e il portiere Bacci ancora non ne ha vista una arrivare. Da riportare il grande gesto tecnico di Tabanelli verso il fine partita, e la mossa di break-dance di Saraniti, che tenta un salto mortale su cross di Mancosu: attaccante leccese che riesce solamente a sfiorare il pallone a porta vuota, dovuto ad un intervento sbagliato del portiere campano. Nulla da dire, il Lecce ha lottato e ci ha provato, seppur senza nessun risultato, ma l’importante è “sudare la maglia”. Da ventitre partite i ragazzi hanno ottenuto punti su punti e il più saggio direbbe “meglio prima che dopo”, almeno una partita si doveva perdere. Applausi di incoraggiamento a fine partita dei novemila tifosi salentini che non hanno avuto paura di sfidare la pioggia; come colonna sonora non poteva mancare il “sotto la curva” cantato da tutta la Nord (sempre presente nei momenti di difficoltà) che chiama a rapporto tutta la rosa del Lecce, e che con un “non mollare mai” spera di dimenticare questa brutta partita, ricordando ai ragazzi che bisogna lottare sempre e bisogna rialzare la testa ed essere più tenaci ogniqualvolta che un ostacolo si mostra davanti.