E anche quest’anno i premi più ambiti del cinema sono stati consegnati.

La notte degli Oscar non ci ha riservato grandi sorprese in fatto di premi ai migliori attori: in effetti si tratta di quattro performances magistrali; i pronostici vengono azzeccati e le statuette consegnate a quattro artisti dal talento straordinario. Miglior Attrice Non Protagonista: ALLISON JANNEYClasse 1959, Allison Janney nasce a Boston, Massachusetts e cresce a Dayton, Ohio. Sogna di diventare una pattinatrice olimpica, ma un incidente domestico ne stronca la carriera; intraprende, quindi, gli studi di recitazione. Inizia ad apparire in teatro per poi essere scritturata in ruoli per il piccolo e grande schermo. Vince sette Emmy per le sue interpretazioni nelle serie The West Wing , Masters of Sex e Mom. Nel 2018 riceve il plauso universale della critica con la vittoria del Golden Globe, del Premio BAFTA, del Critics’ Choice Award, dello Screen Actors Guild Award per il ruolo di LaVona Golden nel biopic I, Tonya. Ed il conturbante ritratto dell’algida, crudele e violenta madre di Tonya Harding (Margot Robbie) le vale un meritatissimo premio Oscar, il primo per la Janney. “Ho fatto tutto da sola”, scherza Janney all’apertura del suo discorso di accettazione avvolta in un meraviglioso Reem Acra rosso. Dopo le risate generali, si affretta a dire che niente avrebbe potuto essere più lontano dalla verità, e procede ringraziando colleghi, parenti e amici, tra cui Joanne Woodward, vedova di Paul Newman, che assieme al marito fu la prima a incoraggiarla a proseguire nella sua carriera.  Miglior Attore Non Protagonista: SAM ROCKWELLClasse 1968, Sam Rockwell nasce nei pressi di San Francisco. Per tutta la sua carriera alterna interpretazioni in piccoli film indipendenti (Box of Moonlight, Clownhouse, . . . )  dove privilegia ruoli da outsider che si fanno carico di grandi problemi personali a performance in importanti pellicole  hollywoodiane (Il miglio verde, Galaxy Quest, Charlie’s Angels, . . . ). Durante l’Award Season 2018 guadagna il Golden Globe per il miglior attore non protagonista, il Critics’ Choice Award, il SAG Award ed il Premio BAFTA: pubblico e critica lodano a gran voce la sua immersiva interpretazione del sergente Dixon nel geniale Tre Manifesti a Ebbing, Missouri. Con la performance del poliziotto razzista e omofobo, un uomo vile che se la prende solo con i più deboli, Sam Rockwell ci regala il ritratto di un bambinone rancoroso capace di cambiare solo dopo un faccia a faccia con la morte. Si aggiudica l’Oscar sconfiggendo quel mostro sacro di Woody Harrelson, suo collega in Tre Manifesti che resta a bocca asciutta, a nostro parere, a causa del minutaggio ridotto nella pellicola. Salendo sul palco Sam Rockwell ringrazia l’Academy, i suoi compagni di nomination, ma anche tutto il cast di Tre Manifesti a Ebbing, Missouri. Un ringraziamento sentito in cui l’attore ricorda anche i suoi genitori, che sin da piccolo lo accompagnavano al cinema. Miglior Attore Protagonista: GARY OLDMANClasse 1958, Gary Leonard Oldman nasce a Londra. Attore, sceneggiatore, regista e produttore cinematografico è noto ai più per i ruoli di Sirius Black nella saga di Harry Potter e di James Gordon nella trilogia del Cavaliere Oscuro, di Christopher Nolan. Nel 2011 Oldman riceve la sua prima candidatura al Premio Oscar al miglior attore per la sua interpretazione di George Smiley nello spy-movie La talpa. Ma è il 2018 l’anno del suo trionfo: vince a mani basse l’ambita statuetta sbaragliando la concorrenza (tra cui rileviamo l’astro nascente Timothée Chalamet il passionale Elio nella pellicola Chiamami con il tuo nome, dell’italianissimo Luca Guadagnino), dopo essersi guadagnato, per lo stesso ruolo, il Golden Globe, il Premio BAFTA e lo Screen Actors Guild Award. L’immenso Oldman è Winston Churchill nel film biografico L’Ora più buia, incentrato sulla figura del primo ministro inglese ed ambientato ai tempi della seconda guerra mondiale. Per interpretare Churchill, Gary passa ogni giorno quattro ore al trucco (che è valso l’oscar al genio del make-up Kazuhiro Tsuji ed ai suoi collaboratori, artefici di una trasformazione mozzafiato), studia meticolosamente la postura, il modo di camminare, la gesticolazione, e l’esatta posizione degli occhiali inforcati sul naso del politico britannico, ma soprattutto attua un lavoro straordinario sulla voce che, impastata di whisky e tabacco, pare autentica. La performance colpisce anche fisicamente l’attore, che afferma di aver avuto un serio avvelenamento da nicotina causato dai numerosi di sigari che era costretto a fumare sul set. Salendo sul palco ringrazia l’America per avergli donato una casa, una famiglia e “adesso l’Oscar”. Poi spiazza tutti ringraziando la mamma, una “giovane di 99 anni”, come l’ha definita. “Adesso puoi mettere su il bollitore, mamma, torno a casa con un Oscar!”, saluta dal palco, tra gli applausi scroscianti dei colleghi. Qui potete vedere un simpatico balletto di Oldman in versione Winston Churchill.  Miglior Attrice Protagonista: FRANCES McDORMANDClasse 1957 Frances Louise McDormand nasce a Chicago. Debutta a teatro per poi fare il salto sul grande schermo con Blood Simple – Sangue facile diretta dal suo attuale marito Joel Coen. Divenuta la musa dei fratelli Coen, interpreta il  perspicace sceriffo incinta di Fargo. La disarmante performance, considerata una delle migliori di tutti i tempi, le vale un primo Oscar. Nel 2011 vince un Tony Award, mentre nel 2015 un Premio Emmy e uno Screen Actors Guild Award per la miniserie televisiva Olive Kitteridge. In precedenza riceve altre tre candidature agli Oscar nella sezione miglior attrice non protagonista. La stagione cinematografica 2017/2018 la vede protagonista di uno dei film più apprezzati da critica e pubblico dell’annata, Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri, ruolo per il quale vince un Golden Globe, due Screen Actors Guild Awards e un Premio BAFTA. Nella pellicola la magnifica Frances interpreta Mildred Hayes, una madre tenace e arrabbiata che lotta perché venga fatta chiarezza sul terribile omicidio di sua figlia. L’interpretazione granitica, intensa, magnetica, un vero pugno nello stomaco di crudezza e immenso talento le vale la seconda statuetta, coronamento di una delle performance più iconiche e vere degli ultimi tempi. La McDormand da sempre restia a red carpet e premiazioni, con un caschetto spettinato che rappresenta bene il suo carattere anticonformista, ritira commossa il suo Oscar ed inizia il più entusiasmante discorso di questa notte degli Academy Awards. “”Sono in iperventilazione, se casco per terra raccoglietemi, perché qualcosa devo dirla”scherza l’attrice, per poi farsi immediatamente più seria chiedendo con fermezza a tutte le attrici donne in sala con una nomination, di alzarsi in piedi, invitando l’ amica Meryl Streep, a farlo per prima. “Meryl se lo fai, lo faranno tutte, forza”. E la veterana degli Oscar non se lo fa dire due volte, alzandosi immediatamente nell’eleganza del suo abito rosso granito; ed è subito un susseguirsi di produttrici, registe, compositrici, designer e altre figure femminili in sala, che fanno altrettanto. E’ il culmine di una stagione di lotte femministe, l’apoteosi degli ideali di movimenti come Time’s up e Me too. La McDormand nella sua semplicità, nella sua bellezza spigolosa e nella sua grinta coinvolgente diventa icona del femminismo e chiude lo spettacolo nel migliore dei modi. Curiosità: L’Oscar per la migliore attrice a Frances McDormand era stato rubato nella notte, prelevato da un tavolo del Governor’s Ball dove, come da tradizione per i vincitori, la McDormand era andata una volta finita la cerimonia. C’è però un lieto fine. La statuetta è stata ritrovata e il responsabile è stato arrestato dalla polizia.