Tutto fumo ma niente arrosto: il Lecce attacca, ci prova, ma non riesce a finalizzare, nemmeno a un metro dalla porta.

Il Trapani non ne sbaglia una e porta a casa la quarta vittoria consecutiva, conquistando il secondo posto e andando a -7 dal Lecce, che ora, ufficialmente, ha due inseguitrici al suo seguito. I Giallorossi hanno mostrato tanta voglia di vincere, ma il risultato non è poi così tanto bugiardo: un pareggio che rispecchia ciò che si è visto in campo. Un inizio di primo tempo che ha visto due squadre molto allungate con azioni fulminee da una parte e dall’altra. Azioni, però, un po’ troppo veloci che hanno confuso qualche giocatore in campo come Di Matteo che, libero sulla fascia e intento a crossare, la passa direttamente al difensore materano senza pensarci su. Il Lecce, purtroppo, si fa vedere solamente nei primi dieci minuti, perchè è il Matera a dominare il gioco e a creare qualche azione pericolosa. Quando la squadra salentina recupera palla, la spara in avanti dove Saraniti tenta di dialogare con Dubickas, ma i due parlano una lingua diversa. . . in tutti i sensi. Secondo tempo amministrato dal Lecce che, però, al 49esimo rischia di fare il pasticcio con Cosenza e Perucchini che non sanno se prendere il pallone o lasciare strada libera all’attaccante materano Dugandzic, che riesce a toccare la palla ma non a finalizzare. Al 58esimo minuto si alza un boato al Via Del Mare: Di Piazza fa il suo ingresso in campo. Un boato che si trasforma in imprecazioni quando al 68esimo minuto l’attaccante di Partinico sbaglia a porta vuota: colpo di genio di Mancosu che la lancia sull’ottimo inserimento di Di Piazza, che salta il portiere, davanti a lui c’è solo la porta, il pallone è sul sinistro, ma lì rimane “incollato”, Di Piazza incespica clamorosamente e manca il pallone calciando verso la porta,  intanto arrivano i difensori materani,  Angelo si butta a kamikaze sulle gambe di Di Piazza ma per l’arbitro si può proseguire. Quando entra Di Piazza il Lecce inizia a giocare e si vede, perchè la formazione giallorossa ora non smette più di attaccare: ancora una volta il siciliano giallorosso, lanciato in contropiede, mette il turbo e si fa tutto il campo, arriva al limite dell’area e tira, ma il portiere materano la para in due tempi. Altro episodio dubbio al 90esimo dove un retropassaggio del difensore lucano De Franco si trasforma in un passaggio sempre per il solito Di Piazza, che tenta di aggiustare la traiettoria del pallone, ma che viene sovrastato dal portiere che molto probabilmente ha confuso il giocatore giallorosso per il pallone; lo stadio esplode in un urlo di rabbia per il rigore non dato. Per segnare il Lecce ci mette tanto e troppo tempo, e aggiungendo anche un po’ di sfortuna il piatto è completo. Si lotta molto e si conclude poco: “sgroppate” meravigliose di Mancosu che, però, si sveglia a tratti; Marino che difende seppur con numerose incertezze quando ha il pallone tra i piedi; Dubickas troppo giovane e inesperto per essere inserito da titolare in partite delicate come queste; Saraniti che quando non è “inspirato” trasforma la sua partita in un disastro; Liverani che sperimenta e sperimenta, ma non mettere dal primo minuto Di Piazza o Torromino in queste partite delicate è una pazzia. Sicuramente l’allenatore romano comprenderà molti aspetti sia positivi che negativi da questa gara, riflettendo magari sulle scelte fatte a inizio partita. Il distacco dalle altre è ancora molto ampio e quando il Lecce osserverà il turno di riposo “una eliminerà l’altra” per il secondo posto, ammesso che la situazione rimanga invariata. Quindi i tifosi possono stare relativamente tranquilli. I tifosi sì ma i giocatori no, perchè da adesso non mancano più otto partite da giocare, ma mancano 8 battaglie da affrontare.