Siamo davvero così legati ai nostri ricordi più cari? O accetteremmo, senza problemi, di scambiarli per denaro?Il sito lastminute.

com ha proposto ad alcune persone (forse per vedere le reazioni a una nuova invenzione) di rimuoverli per sempre dalla loro memoria in cambio di soldi e l’esperimento sociale ha avuto un risultato singolare: i ricordi non hanno prezzo. Lo studio è stato condotto tra otto mila individui in Italia, Regno Unito, Francia e Germania da OnePoll tra il 15 ottobre e il 13 novembre 2017. Secondo i dati raccolti, per quel che riguarda l’Italia, il 62% degli italiani preferisce conservare i propri ricordi più cari, letteralmente ad ogni costo. In particolare, tra i ricordi indelebili a cui gli italiani non rinuncerebbero mai ci sono quelli relativi alla famiglia e all’amore (57%), alla propria infanzia (48%) e ai viaggi (36%). Dall’indagine è emerso che solo un quinto dei nostri connazionali (19%) non si farebbe molti scrupoli nel cancellare una volta per tutte il suo ricordo più prezioso per 10. 000 euro in più sul proprio conto corrente. Una percentuale che ci etichetta come i più cinici d’Europa, contro il 15% dei tedeschi, il 14% dei francesi e il 13% degli inglesi. Dopo questo esperimento, la domanda che una persona si pone sarà sicuramente se sia veramente possibile cancellare ricordi dalla propria memoria. Secondo uno studio dei ricercatori del Columbia University Medical Center e della McGill University diversi tipi di ricordi conservati nello stesso neurone possono essere selettivamente cancellati, senza danni per il resto della memoria. Per arrivare a tale supposizione, gli scienziati hanno condotto un esperimento su l’Aplysia, ovvero un mollusco marino che ha mostrato più di una somiglianza con l’uomo in fatto di processo mnemonico. L’obiettivo dello studio è quello di aprire la strada alla scoperta di farmaci in grado di cancellare ricordi che scatenano ansia o stress post-traumatico. Il team – capeggiato dal dottore Samuel Schacher – è partito dall’osservare come i ricordi di differenti eventi traumatici vengano trattati allo stesso modo dal medesimo neurone. Spesso, infatti, la mente associa all’evento traumatico il ricordo di un particolare, ad esempio l’abbaiare di un cane sentito durante un’aggressione, facendo in modo che quel dettaglio generi ansia e paura nella persona traumatizzata anche quando si trova in un contesto di non pericolo, senza alcuna spiegazione apparente. Il ricercatore  afferma che in futuro un farmaco potrà far sì che la nostra mente dissoci l’abbaiare di un cagnolino alla sensazione di paura legata all’aggressione subita. La differenza fra ricordi belli e ricordi brutti è notevole, ma sono proprio quei ricordi che caratterizzano il modo di vedere il mondo esterno, il carattere e il relazionarsi con le persone. Ovviamente la scelta è personale, ma voi come avreste agito al posto delle persone che hanno fatto da cavia a questo particolare test?