A Cosenza piove incessantemente, il campo è pesante e al posto del pallone i giocatori alzano solo la terra.

Uno scenario pessimo per portare a casa i tre punti, eppure la squadra di Liverani ci riesce. Tre punti difficilissimi che il Lecce riesce a conquistare dopo una lotta (o meglio, una doccia) durata 96 minuti. Il Catania rimane a distanza di sicurezza +7, mentre il vantaggio sul Trapani si allunga a +9. Primo tempo difficile per entrambe le squadre che non riescono a muoversi in mezzo alla fanghiglia del San Vito: per tutti i 45 minuti i giocatori arano e creano buche nella terra, ormai pronta e perfetta per la semina. I giallorossi mostrano molta determinazione ma la pioggia smorza il gioco e il primo tempo finisce in parità. Il secondo tempo sembra essere la brutta copia del primo, ma il tutto si anima verso il 50esimo minuto con un primo squillo del Cosenza: tiro insidioso del centrocampista Calamai murato dai guantoni di Perucchini, che sfrutta il campo bagnato per mostrarsi in un bel tuffo. Al 63esimo minuto entra in campo Di Piazza che, questa volta, porta solo fortuna perchè, dopo poco meno di dieci minuti, arriva il gol del vantaggio firmato dal bomber Saraniti: azione confusa nell’area di rigore cosentina, il pallone è di Mancosu che si defila ma non tira, tiene il pallone faticosamente, ma alla fine con un colpo di genio la passa a un liberissimo Saraniti che non manca l’appuntamento con il gol, girandosi di 360 gradi e tirando in porta. Passano 10 secondi di tensione: è fuorigioco o no? L’ arbitro in quegli attimi riesce a fare il check con VAR, giudice di porta, tifosi cosentini e soprattutto con il guardalinee che non alza la bandierina perchè è tutto regolare, è vantaggio per il Lecce, è 0-1. Gli ultimi minuti sono del Cosenza che al 77esimo va vicinissimo al gol del pareggio. Cross in mezzo di Calamai, che raggiunge il centravanti Tutino che si butta in semirovesciata. Scelta di tempo perfetta, ma Perucchini, con un riflesso fulmineo, respinge la palla e salva tutto: sospiro di sollievo. Al 79esimo minuto Saraniti fa preoccupare i tifosi salentini accasciandosi al suolo, molto probabilmente per un dolore muscolare: al suo posto entra Lepore per rafforzare il reparto difensivo, mentre l’attaccante siciliano esce dal campo dolorante. Nessun’altra azione degna di nota da parte dei calabresi: ad impensierire i tifosi leccesi sono solamente i sei minuti di recupero.  Il Lecce a denti stretti mostra tutta la sua voglia di vincere. Dimostra su un campo difficilissimo di essere la capolista, portando a casa una vittoria fondamentale. Grande spirito di sacrificio da parte degli uomini (che oggi si meriterebbero l’appellativo di “gladiatori”) di Liverani. Un Liverani che dopo il fischio finale non è riuscito a trattenere tutta la gioia dentro di sè perchè il suo urlo si è sentito fin da casa. Un’esultanza che sta ad indicare un grande attaccamento alla squadra e questo non fa altro che piacere ai tifosi salentini. 110 ANNI DELL’UNIONE SPORTIVA LECCEMiglior modo per festeggiare un compleanno? Una vittoria e così è stato. Una storia pluricentenaria di una squadra che il 15 Marzo 1908 ha portato il calcio nel Salento, a Lecce, e che di lì non se n’è mai andato e, speriamo, non se ne andrà mai. Uno sport che ha portato una piccola città come Lecce ad affrontarsi con le “Grandi” italiane, nell’Olimpo del calcio italiano. Uno sport che ha fatto appassionare centinaia di migliaia di salentini non solo attaccati alla loro maglia e ai colori giallorossi, ma attaccati anche alla loro terra. In fondo lo sport serve a questo:non solo ad avvicinare le persone e ad eliminare ogni forma di “barriera”, ma anche a sentirsi parte di una città, di una terra che, nel nostro caso, è il Salento. Auguri U. S. Lecce, auguri tifosi giallorossi.