Un’Europa sommersa dal buio, dall’oblio e dall’indifferenza dei suoi cittadini.

Ma chi sono i cittadini d’Europa? E chi è consapevole di esserlo?Siamo circondati da un mondo che non conosciamo e che non sappiamo come funzioni, invidiamo gli Stati Uniti e condanniamo il nostro continente senza dargli modo di difendersi. E quale modo migliore di difendersi se non tramite un giusto e regolare processo? L’Europa diventa un’imputata eccellente in un tribunale in cui si dibatte grazie all’arte del teatro. Dall’intuizione del senatore Alberto Maritati per il terzo anno consecutivo è stato messo in scena il processo all’Europa, frutto dell’impegno di 14 ragazzi provenienti dagli Istituti Secondari di secondo grado di Lecce e paesi limitrofi, sostenuti e guidati dal lavoro e dalla passione dei professionisti Carlo Durante e Giulia Maria Falzea che hanno seguito il laboratorio presso i Cantieri Teatrali Koreja. Partiti in 650 per seguire le lezioni dello stesso senatore Maritati e dei professori Maurizia Pierri, Luigi Melica, Luca Zamparini e Ubaldo Villani-Lubelli presso l’Università degli Studi del Salento, solo due nominativi per scuola hanno deciso di intraprendere questo percorso, tutt’altro che semplice: Carolina Boileau, Francesco Calò, Elisabetta Como, Aurora Elia, Desirè Filieri, Chiara Giordano, Giorgia Isola, Martina Mesiano, Federica Montinaro, Francesco Nicolì, Stefano Rutigliano, Virginia Scorza, Celine Tarantino e Federica Toni hanno dato vita a un vero e proprio pubblico dibattimento, che tra accusa (rappresentata da Maurizia Pierri e Luigi Melica) e difesa (rappresentata da Luca Zamparini e Ubaldo Villani-Lubelli), ha enucleato i maggiori capi di imputazione che gravano sulla giovane-vecchia Europa. I ragazzi nella loro eterogeneità hanno saputo rendere al meglio i temi trattati, in particolare economia, ambiente, immigrazione e terrorismo, basandosi esclusivamente sulle loro conoscenze, derivanti dai diversi corsi di studio sostenuti nelle scuole. Da quale necessità nasce, quindi, il progetto? Dal bisogno di andare oltre le nuvole, quelle nuvole che offuscano le coscienze di tutti coloro che si sentono estranei a ciò che succede apparentemente lontano da loro. Costituzione, Europa, sapere di cosa si sta parlando equivale a formare la propria identità di cittadini italiani ed europei, compito a cui ognuno è chiamato, perché non è mai troppo tardi o troppo presto per occuparsi della realtà in cui viviamo e a cui appartiene il nostro futuro. Quello che succede intorno forse sembra non toccarci mai, motivo per cui ciò che si sente ai telegiornali e si vede in televisione sembra pura finzione cinematografica, favole lontane da quello che riconosciamo come nostro mondo. Trasformare la realtà in finzione teatrale. Porre il pubblico in condizione di affrontarla come se fosse una vera e propria fabula, questo è stato il gioco dello spettacolo, il modo più elementare di comunicare una morale, necessaria per trovare il coraggio di guardare fuori, oltre la punta del proprio naso, di sentirsi parte di una dimensione di cui possiamo essere artefici e non solo sterili spettatori.