Una partita complicata in partenza e persa alla fine.

Un’illusione iniziale che si è trasformata in beffa a un minuto dal fischio finale. Il cinismo del Brescia si è visto, con un Lecce che ha tentato in tutti i modi di bloccarlo, ma si è arreso all’ultimo, ormai sfinito dalla velocità degli attacchi lombardi. Il primo tempo si apre con una grande mossa dell’arbitro Fourneau: ammonizione a Tonali che blocca bruscamente il contropiede leccese; tre minuti dopo il centrocampista bresciano sovrasta Falco, che si procura la punizione; tutti i giallorossi assalgono l’arbitro chiedendo il doppio giallo e quindi l’espulsione, ma il dirigente di gara non se la sente di espellere un giocatore così bravo e promettente, dal momento che gli osservatori dell’Inter erano giunti a Brescia proprio per lui. La rabbia svanisce subito perché quella è proprio la punizione del vantaggio giallorosso: classico tiro di Mancosu sulla barriera ma il pallone gli torna indietro. Allora decide di crossarla al lato per Bovo che, oltre ad improvvisarsi terzino, diventa anche punta, tanto che il suo è un fulmine diretto verso la porta. Il portiere Alfonso la para ma la palla rimane nell’area piccola, preda di La Mantia che, goffamente, riesce a spingerla in porta: 0-1 e tutti in campo a festeggiare. Il Brescia non a caso ha il miglior attacco della Lega B e lo dimostra subito: azioni fulminee che mettono fuorigioco la difesa del Lecce; al 35esimo minuto  arriva l’azione più pericolosa. L’uno-due tra Donnarumma e Morosini crea un varco proprio per quest’ultimo, che calcia in porta ma Vigorito salva la porta, o meglio Lucioni, che sulla respinta del portiere giallorosso mette il pallone fuori. Passano dieci minuti ed è il Lecce a rifarsi avanti: Meccariello, evidentemente ispirato dalle giocate di Ronaldinho, dribbla tre giocatori, con annesso tunnel e standing ovation della panchina giallorossa, e passa il pallone a Mancosu; con uno scatto, il centrocampista sardo riesce a liberarsi di due difensori e arriva al tiro, che si impatta sul ginocchio di Alfonso. Palla in calcio d’angolo e tempo scaduto. Il secondo tempo il Brescia non vede l’ora di segnare e dopo quattro minuti arriva il pareggio firmato dal bomber Donnarumma: pallone alzato per Spalek che, pronto al tiro, butta in mezzo la classica “ciofeca” che attraversa tutta l’area di rigore e si trasforma in assist: 1-1. Dopo un gol annullato al Lecce al 57esimo, per un fuorigioco millimetrico, che non sarebbe stato assegnato nemmeno con la VAR , i giallorossi ci riprovano venti minuti dopo con Scavone che, tentando di emulare il tiro precedente di Bovo, spara il pallone centralmente. Gli ultimi dieci minuti sono biancoblu perché attaccano solamente i bresciani: all’88esimo Donnarumma prova la finezza da fuori area, ma l’unico a crederci è il telecronista di Dazn, che si esalta come se fosse il tiro di Grosso contro la Germania nei Mondiali del 2006. La gioia vera di tutto lo stadio, però, esplode a un minuto dalla fine: il cross in mezzo di Tonali, che un’ora prima doveva essere espulso, trova il piede di Gastaldello, il quale forse realizza il suo primo gol in 25 anni di carriera. È un 2-1 difficile da digerire soprattutto per i tifosi, ma comunque è una grande prova di forza che ha dimostrato un Lecce lottatore e che, quando attacca, spaventa. I telecronisti possono finalmente gioire insieme al Brescia che, scavalcando il Lecce, si trova al secondo posto. Il prossimo impegno vede i giallorossi affrontare il Padova, che è reduce da risultati negativi e da una posizione in classifica infelice. Una sfida tra matricole, pronte a darsi battaglia in un clima non propriamente natalizio.