L’1 Dicembre presso le Officine Cantelmo, alcune classi del Liceo hanno avuto l’opportunità di partecipare ad una conferenza tenuta da Miguel Benasayag, filosofo, biologo e psicoanalista franco-argentino, e Riccardo Mazzeo, editor storico di Erickson, traduttore e autore, nell’ambito del progetto “Scool”.

Entrambi i relatori, nei loro interventi, hanno provato ad offrire una chiave di lettura del disagio interiore e del senso di smarrimento dei giovani nel nostro tempo.  Tuttavia il male che affligge le nuove generazioni, a differenza di quanto avvenuto in altri momenti storici, non ha delle cause evidenti e così sembra estremamente complesso ricercarne una cura. Il risultato – riprendendo una citazione di Mazzeo – è il diffondersi di esistenze rammendate, un abbandono passivo e inconsapevole ad un senso di vuoto fatalismo.  La scienza e la tecnica, supportate da una fiducia incondizionata nel progresso, hanno dimostrato di poter superare ogni limite umano e naturale, gettando, però, i giovani inun’ottica di relativismo: se tutto è possibile, nulla è più reale. Benasayag, che ha vissuto l’esperienza terribile del carcere e delle torture, per aver partecipato alla guerriglia guevarista, ha definito quel periodo pieno di ottimismo, per la speranza che muoveva le azioni del cambiamento contro un nemico riconosciuto e nominabile; diversamente il male che affligge oggi la società non si rivela ai più; è infatti paradossalmente il progresso ad indebolire sogni e passioni. Si è spinti nella logica dell’efficientismo e dell’utilitarismo a scelte pragmatiche che spesso non hanno nulla a che vedere con i desideri, e senza i desideri tutto si spegne. L’intervento del filosofo è stato ricco di riferimenti al suo celebre testo L’epoca delle passioni tristi, in cui la tristezza coincide proprio con l’assenza di desiderio. Non aiutano, inoltre, le profonde contraddizioni della società e l’inadeguatezza di figure di riferimento affidabili nel contesto familiare e in quello sociale. Il punto di vista dei relatori ha stimolato varie domande da parte di studenti e docenti, creando così un vivace confronto, ricco di spunti interessanti ed originali.  In conclusione, l’analisi di Benasayag e Mazzeo ha spinto a prendere coscienza di una società drammaticamente compromessa ma si è colto, tra le righe, segnali di speranza, come l’esortazione ad inseguire senza esitazione la propria strada e a pretendere dal ritmo frenetico dell’esistenza, il tempo necessario per trovarla.