In mezzo a pile di libri, proprio dietro la scrivania si può scorgere una figura piegata sul tavolo.

Se ci avviciniamo possiamo notare come nel viso bianco di questa spicchino gli occhi rossi come il fuoco, ma non é il traghettatore delle anime dei morti. Ad una prima analisi potrebbe apparire di età avanzata, ma se non vi fate ingannare dalla gobba, sotto i lineamenti quasi distorti dell’essere appaiono i tratti somatici di una persona giovane: presumibilmente  tra i 14 e i 19 anni. Data l’età dell’individuo non è di chiara spiegazione se le ciocche bianche tra i capelli siano dovute allo stress o ad un’astrusa moda della sua generazione. Poiché questi si affaccenda a scrivere qualcosa con movimenti sussultori non possiamo metterci più vicini, ma ormai è chiaro: si tratta di un esemplare, non raro ma aggressivo, di studente alle prese con i compiti per le vacanze; compiti iniziati, ovviamente, negli ultimi giorni disponibili per poi alzarsi la mattina del 6 gennaio e scoprire di dover ancora fare un quantitativo di esercizi pari a quello di un intero trimestre. In ogni caso vi preghiamo di prestare attenzione con individui del genere, sconsigliamo qualsiasi tipo di contatto anche solo di tipo verbale. Se lo studente vi incute paura già adesso nei giorni successivi al rientro vi terrorizzerà. Altro che i postumi del sabato sera… i postumi del rientro a scuola sono assai peggiori. Ogni studente reagisce in modo differente, ma ci sono dei caratteri che li accomunano tutti: nel giro di due giorni torneranno le occhiaie scure come prima, le borse firmate riappariranno sotto gli occhi di ogni ragazza e un’insopportabile stanchezza si impossesserà del loro corpo. Come unico sollievo la calza della befana, i cui zuccheri devono essere somministrati per un massimo di due volte al giorno dopo i pasti principali per cercare di far collegare qualche sinapsi. Gli studiosi delle più importanti università non hanno dubbi: si tratta della patologia dello studente. Anche se la scienza non è ancora stata in grado di trovare una cura definitiva per questa “malattia”, qualche dotto aspirante pedagogista dell’ultima ora suggerirebbe una medicina efficace: niente compiti ai poveri malati. Ma la vecchia scuola post-montessoriana inorridisce di fronte alla soluzione che definisce tardo-decadente. Nonostante qualsiasi tentativo e i migliori buoni propositi state pur certi che all’arrivo delle prossime vacanze la patologia si ripresenterà puntuale come l’influenza di stagione. Ma, a differenza di quest’ultima, non ci sarà vaccino che tenga.