Grazie al Progetto Erasmus+ dal 26 gennaio al 2 febbraio scorso una prima delegazione di studenti e docenti del De Giorgi ha raggiunto i propri colleghi tedeschi della Kopernikusschule di Freigeright, cittadina vicino Francoforte.

Un’esperienza che gli studenti hanno raccontato e che dovrebbero far riflettere un po’ tutti. La scuola che ci ha ospitati è la piú grande della Germania con circa 2500 studenti iscritti. I giorni in cui siamo rimasti a scuola abbiamo svolto delle challenges molto interessanti e ben organizzate, invece nei giorni in cui siamo stati fuori dalla scuola abbiamo visitato un’azienda e delle università. Nella famiglia di cui ero ospite mi sono trovato bene e non ho avuto problemi di alcun tipo. Le situazioni che piú mi sono rimaste impresse e che difficilmente dimenticherò sono:- gli sbalzi termici di 30° tra i +25° interni e i -5° esterni, – andare a scuola mentre è ancora buio, – la madre della mia ospite che si è arrabbiata perchè ha visto una piccola buca sul manto stradale. Non dimenticherò il grande rispetto dei tedeschi per gli spazi pubblici e l’ambiente e tutte le persone che ho incontrato. Ringrazio moltissimo la scuola per questa fantastica esperienza. Trascorrere questi sette giorni in Germania ha avuto molteplici risvolti positivi sulla mia persona. Innanzitutto quest’esperienza mi ha aperto molto la mente, ho potuto vivere in prima persona un altro stile di vita. Mi ha molto sorpreso che  nonostante la Germania sia molto vicina all’Italia, costituiva per me un’altro mondo. Ho notato che I ragazzi tedeschi danno molto più peso alle parole di quanti facciamo noi e dunque non usano la pungente satira che, molto spesso, fa morire noi italiani dalla risate. Hanno orari che per noi sarebbero considerati orari da ospedale: cenano alle sei e alle otto sono già a letto. Inoltre sono tendenzialmente tutti un po’ timidi e chiusi, ma a mio parere hanno solo bisogno di scaldarsi un po’ proprio come ne avrebbe bisogno il loro clima. Una volta che prendono confidenza sono persone molto aperte e gentili. Quest’esperienza ha notevolmente migliorato le mie proprietà linguistiche. Già dai primi giorni ho iniziato a pensare in inglese migliorando la fluidità del mio parlato. Inoltre ho ampliato il mio bagaglio culturale grazie alle varie attività organizzate in giro per il Paese. Un consiglio che do a tutti quelli che si troveranno a fare questa esperienza è di lasciare a casa tutti I loro pregiudizi e modi di pensare, aprendosi totalmente ad un’altra cultura per vivere un’esperienza unica nel suo genere. Un viaggio all’estero è un’esperienza che ti insegna ad aprire la tua mente a diverse abitudini e diversi modi di pensare. La Germania pur essendo vicina all’Italia ha un cultura molto diversa dalla nostra. Al primo posto, le temperature che in inverno oscillano tra 5 gradi sotto zero e 6 gradi (impensabili per noi del sud) e la strabiliante temperatura di 20-22 gradi all’interno di qualsiasi edificio o mezzo di trasporto. Sbalzi di temperatura che ci hanno obbligato a mettere e togliere giubbotti, cappelli, sciarpe e guanti praticamente ogni cinque minuti per una settimana ma che non sembravano minimamente scalfire i tedeschi, che invece non muovevano ciglio, quasi come insensibili al calore. Il cielo era sempre nuvoloso, spesso è nevicato e anche quando c’era il sole la sua luce era così fioca da non fare molta differenza. L’alba in inverno è dopo le ore 8 e il sole tramonta intorno alle 16 lasciando il Paese nella penombra per gran parte della giornata. Questo sicuramente influisce sugli orari della vita in Germania: la cena, per esempio, si tiene verso le 18, quando da noi è ancora l’ora della merenda e alle 22, se non prima, dormono già tutti. E noi italiani, agli occhi stranieri, sembravamo quasi degli animali notturni. In questa settimana abbiamo incontrato persone, per lo più costantemente seriose, composte e spesso diffidenti. E la loro personalità schiva risaltava soprattutto se paragonata alla nostra.  Direi che sicuramente abbiamo avuto modo di farci riconoscere per le risate immotivate ma coinvolgenti, l’aria sempre gioiosa e il nostro parlare sempre accompagnati dai gesti e a voce alta anche nei momenti di puro silenzio. Le attività a scuola ci hanno permesso di conoscere non solo le famiglie che ci hanno ospitato ma anche ragazzi e docenti provenienti da altre nazioni e mi hanno dato modo di ampliare il mio bagaglio culturale e di modificare il pensiero che io avevo della mia stessa nazione; nonostante sia sempre stata molto fiera dell’arte e delle località turistiche che caratterizzano il nostro Paese non avevo mai avuto modo di vedere quanto effettivamente esse siano conosciute all’estero. Ho rivalutato anche la criticata e “poco efficiente” scuola italiana che, pur lamentando grosse lacune negli studenti, in realtà credo abbia poco da invidiare alle scuole straniere poiché tenta di dare una pari istruzione a tutti i suoi studenti. Ciò non avviene invece all’estero: osservando la scuola tedesca, per esempio, essa è suddivisa in tre livelli di difficoltà, dei quali solo il livello più alto può accedere alle università e di conseguenza a lavori socialmente più alti mentre gli altri due livelli terminano la scuola senza un esame finale che attesti le loro conoscenze e competenze e immergendosi direttamente nel mondo del lavoro.  Importantissimo mito da sfamare riguarda la puntualità: noi italiani, noti per il ritardo cronico di almeno 5 minuti su ogni orario prefissato, ci siamo ritrovati invece a dover aspettare i ragazzi tedeschi che, dopo aver dettato gli orari della giornata precisi al minuto, procedevano tranquillamente per poi rendersi conto dell’effettivo ritardo e chiedendoci di iniziare a correre per non perdere treno, pullman, metro o qualsiasi altro mezzo abbiamo preso in quella settimana e, anche se qualche treno alla fine l’abbiamo perso lo stesso, ci abbiamo riso su. Alla fine della settimana, fatta di alti e bassi, ognuno di noi è inoltre tornato a casa con un inglese più fluido di quando di quando siamo partiti poiché aldilà del nozionismo che svolgiamo a scuola, parlare con gli stranieri ti obbliga a esprimenti e sforzarti nel capire parole di cui non sai il significato semplicemente dal contesto in cui esse sono inserite poiché ci si ritrova in una situazione di “lotta per la sopravvivenza” all’interno della quale non si può prescindere dal parlare inglese. Un viaggio fantastico alla scoperta della Germania, in compagnia di simpaticissime ragazze tedesche e delle loro gentili famiglie che ci hanno ospitato. Siamo stati accolti in un semplice paesino di circa 700 abitanti, Lützelhausen dove le nostre famiglie abitavano per poi andare a scuola a Freigericht un paesello che aveva il vantaggio di ospitare una delle scuole più grandi d’Europa che ospita più di 2500 studenti. L’immensa scuola molto ben organizzata comprendeva i tre livelli di scuola tedesca, la ragazza che mi ospitava insieme ad altre del progetto che ho conosciuto frequentavano il 12^ anno del 3^ livello, il livello più alto della scuola tedesca, il gymnasium.  Le attività nella scuola erano interessanti e divertenti, grazie alle quali abbiamo conosciuto tutti i ragazzi partecipanti al progetto da diversi punti di vista. Anche le attività al di fuori della scuola sono state coinvolgenti come la visita all’industria Woco che produceva componenti in gomma e silicone per auto ed elettrodomestici, sicuramente l’Italia avrebbe da imparare molto dalle imprese e aziende presenti in Germania e dal loro sistema di apprendistato che permette a molti ragazzi di lavorare e studiare insieme per poi avere un contratto alla fine degli studi. Abbiamo inoltre visitato due importanti università, quella di Gießen per le materie scientifiche, nel dipartimento di chimica sperimentale dove abbiamo visitato i vari lavoratori e abbiamo potuto tentare un esperimento con gli studenti dell’Università, all’università di Darmstadt per il campo umanistico dove potevamo scegliere di partecipare e lezioni di grammatica, linguistica o lettura in lingua inglese. Università grandi e accoglienti che permettono specializzazioni in tantissime materie che ci hanno permesso di vedere da vicino anche la possibilità di studiare all’estero. Cose che non dimenticheremo mai della Germania sono sicuramente: le bassissime temperature alternate ad esageratamente alte temperature negli ambienti chiusi che non scalfivano minimamente i tedeschi che sembravano non sentire la temperatura, la costanza con la quale la famiglia abbassava le tapparelle la sera per rialzarle la mattina quando dalle 5/6 di sera alle 8 della mattina il buio è totale e anche la mattina sembra sia ancora notte fonda, la cena che si teneva circa alle 6 di sera e la buonanotte fissa al massimo alle 9 di sera che angosciava noi stranieri che spesso siamo rimasti svegli nella nostra camera fino a molto più tardi, tutti noi ci siamo resi conto inoltre della ricchezza della scuola che si é potuta permettere di noleggiare un pullman per noi ragazzi dell’erasmus per un’intera settimana e di pagare la mensa della scuola e delle università a tutti noi, cosa che la nostra scuola non si sarebbe mai potuta permettere. Le famiglie ci hanno accolto con gentilezza anche se il carattere dei tedeschi non é caloroso come quello degli italiani siamo stati bene nelle loro case. La compagnia del professore ci ha permesso di vivere l’esperienza al massimo con divertimento e gioia. Questo viaggio in Germania è stato un’opportunità per conoscere e confrontarci con una nuova cultura. Infatti, nonostante io sia stata ospitata da una famiglia in parte italiana, ho potuto notare delle differenze tra le loro e le nostre abitudini. Una delle differenze che ho potuto notare è che loro erano abituati a coricarsi intorno alle 9 di sera, e a svegliarsi alle 6, cosa per noi ragazzi impensabile. Un’altra differenza sostanziale l’ho trovata nelle abitudini culinarie, infatti la ragazza che mi ha ospitata mi ha detto che la sua famiglia usa spesso andare a mangiare cibo straniero, come ad esempio cibo greco, cinese o italiano, e raramente mangiano a casa. Quest’occasione mi ha anche aiutata a cambiare opinione sui tedeschi. Infatti mentre prima li consideravo freddi e antipatici adesso ho capito che in realtà possono essere molto affettuosi dopo averli conosciuti. Inoltre l’esperienza è stata davvero utile in quanto ho migliorato le mie capacità linguistiche e la mia pronuncia. Le attività svolte a scuola ci hanno permesso di conoscere ragazzi di diverse nazionalità e di imparare qualche frase in tedesco, una lingua molto complicata per noi italiani. Personalmente rifarei questa esperienza e consiglio di farla a tutti coloro che ne hanno la possibilità.