di Gabriele Guerrieri
Il Liceo De Giorgi attraverso LeCosimò si è fatto critico cinematografico partecipando 20° Festival del Cinema Europeo di Lecce durante il quale ha fatto parte giuria AGISCUOLA formata da studenti di tutti gli istituti superiori della città.
Sul profilo Instagram di LeCosimò (@lecosimo.it) abbiamo condiviso quotidianamente contenuti relativi al festival raccolti nel gruppo di storie in evidenza FCE2019. E ora vi presentiamo uno Speciale: 20° Festival del Cinema Europeo, una serie di articoli, recensioni e approfondimenti dedicati alla kermesse leccese. In questo primo articolo vi presentiamo le impressioni di LeCosimò sui dodici lungometraggi in concorso, film d’autore di indiscussa qualità che, ognuno a suo modo, sono stati capaci di raccontare le realtà dei Paesi di origine, offrendo, nel complesso, un vivido spaccato dell’Europa di oggi.
GENESIS
di Árpád Bogdán (Ungheria – 2018)
Ispirato a tragici fatti reali, Genesis è un’opera immersiva divisa in tre capitoli con altrettanti protagonisti in un magnifico rincorrersi di esperienze angosciose. Potente.
(Genesis si è aggiudicato il Premio Agiscuola e quello per la Migliore Fotografia)
ORAY
di Mehmet Akif Büyükatalay (Germania – 2019)
Amore o religione? E’ questo il dilemma di Oray, giovane islamico, credente devoto, fulcro di un’opera prima precisa nella descrizione della comunità islamica. Incisivo.
(Oray ha portato a casa l’Ulivo d’Oro “Premio Cristina Soldano al Miglior Film”)
HER JOB
di Nikos Labȏt (Grecia, Francia, Serbia – 2018)
Il faticoso percorso di emancipazione di una schiva donna analfabeta sullo sfondo della crisi greca narrato con naturalezza e coinvolgimento emotivo. Attuale.
TWO FOR JOY
di Tom Beard (UK – 2018)
Il dramma di una famiglia devastata dall’abbandono e dalla depressione raccontato con cruda nitidezza. Amaro. (Two For Joy ha vinto il premio della giuria FIPRESCI)
JOURNEY TO A MOTHER’S ROOM
di Celia Rico Clavellino (Spagna, Francia – 2018)
Una dolce incursione nella realistica quotidianità di una madre amorevole e nel suo intimo legame con la figlia adolescente. Autentico.
BLIND SPOT
di Tuva Novotny (Norvegia – 2018)
Una storia tragica raccontata con sensibilità attraverso un unico, lungo, ansiogeno piano sequenza. Immersivo.
PAPER FLAGS
di Nathan Ambrosioni (Francia – 2018)
Una storia di reinserimento sociale e l’analisi di un rapporto fratello-sorella. Un dolceamaro passo a due che gode dell’evidente chimica tra i protagonisti. Agrodolce.
SUMMER SURVIVORS
di Marija Kavtaradze (Lituania – 2018)
Un road movie fresco che tratta, senza troppe pretese e con guizzi umoristici, temi complessi come suicidio e bipolarismo. Godibile.
(Summer survivors ha conquistato il Premio del pubblico)
STITCHES
di Miroslav Terzić (Serbia, Slovenia, Croazia, Bosnia – 2019)
Il dramma di una madre alla ricerca del figlio creduto morto. Paranoia e sete di verità scandiscono il ritmo lento del racconto di fatti reali. Scabroso.(Stitches ha vinto il Premio Miglior Sceneggiatura)
CRONOFOBIA di Francesco Rizzi (Svizzera – 2018)
Una relazione tormentata ed enigmatica viziata da nebulosi segreti, inquadrata in ambientazioni algide ed evocative. Sospeso.
(A Cronofobia è stato assegnato il Premio Speciale della Giuria)
JUMPMAN
di Ivan I. Tverdovsky (Russia, Lituania, Irlanda, Francia – 2018)
Un antieroe poco riuscito al centro di un’aspra critica alla corrotta e brutale società russa. Buona regia e fotografia, ma nulla di più. Altalenante.
THE PIG
di Dragomir Sholev (Bulgaria, Romania – 2018)
Denuncia violenta e convincente del bullismo che, però, con l’andare avanti dei minuti rischia di divenire fin troppo straniante. Martellante.