Quale modo migliore di immergersi nel manierismo e nel barocco italiano se non visitando la Villa d’Este a Tivoli?
Un salto nel passato, attraverso il percorso tra le sale interne e il maestoso giardino pieno di fontane, piante e… immense scalinate che donano un’armoniosa simmetria alla natura.

La Villa d’Este è chiamata così perché il cardinale Ippolito II d’Este, diventato governatore a vita di Tivoli, decise di trasformare la sua abitazione, (che era un vecchio e scomodo convento) in una costruzione sullo stile di quelle romane. Amante dello sfarzo ferrarese e romano, decise che questa costruzione sarebbe stata adibita a luogo di dialoghi e incontri.

La costruzione non fu affatto semplice, in quanto i papi che si susseguirono nel tempo non erano simpatizzanti del cardinale e non c’è da stupirsi se questi non ebbe neppure il tempo di ammirare compiuto il suo progetto: poco dopo la conclusione dei lavori, morì. Così altri membri familiari continuarono la costruzione, tra i quali Rinaldo d’Este che fece realizzare da Bernini l’imponente fontana dell’Organo.
Prima di diventare proprietà dello Stato dopo la Prima Guerra Mondiale, passò nelle mani degli Asburgo, che la lasciarono in uno stato di decadimento.

Patrimonio dell’Unesco è un posto che, come d’incanto, crea un varco tra l’oggigiorno e il XVI secolo, instaurando un dialogo col visitatore, che ammutolito, non può fare altro che ammirare e contemplare l’arte: affreschi mitologici e allegorici, illusioni del reale e magnifici panorami sulla Valle Gaudente….che dire, un posto perfetto per meditare in pace! L’immenso giardino, è raggiungibile attraverso grandi rampe di scale, che conducono in ogni piccolo squarcio di natura e … alle infinite fontane monumentali! Un vero e proprio luogo dei sogni, tanto che ispirò Gabriele D’Annunzio nelle sue Elegie Romane.

Il luogo si presenta come un vero e proprio polmone verde, basta notare che il giardino è più esteso della stessa Villa!
Insomma… immedesimarsi nei nobili cinquecenteschi che passeggiavano in questi giardini per diletto, non è un’esperienza di ogni giorno. Ma la vera domanda è: questi nobili, pensavano che un giorno avremmo provato a immedesimarci in loro per vivere questo tuffo nel passato?