di Clementina Salamina

Ci accompagna fin dal nostro primo respiro, lembo del buio che ci avvolgeva fino a un attimo prima. Ci segue negli iniziali passi incerti cadendo e rialzandosi insieme a noi. Scorre traballante e silenziosa lungo un muretto mentre camminiamo su un marciapiede sconnesso, sempre presente e al tempo stesso assente, flebile, transitoria. L’ombra.

Profumo di caducità, ha in sé la fuggevolezza del tempo: il primo strumento per misurarlo è stato proprio l’ombra proiettata da un bastone.
Uguale nella forma, ma opposta alla nostra figura. Rassicurante, seppur a tratti inquietante. Immateriale, sebbene conferma del nostro essere corpo.

Nel Purgatorio Dante, infatti, nota soltanto la propria ombra e non quella di Virgilio, in quanto il sole “avea […] de’ suoi raggi l’appoggio” solo in chi era ancora in vita, non in un’anima spoglia di materia. La vita va di pari passo con l’ombra, così come la luce ne è sempre accompagnata: non notiamo la nostra proiezione solo nella più completa oscurità, quando ne siamo talmente avvolti da diventare noi stessi parte integrante di essa.

A volte si sceglie di vivere nell’ombra di qualcuno, nascosti dietro a un genitore, un superiore o un amico più carismatico, incapaci di uscire alla luce, o tramando senza essere notati, utilizzando quel buio soffuso come uno scudo, un riparo. La penombra può essere anche un rifugio: nei luoghi più torridi è sinonimo di refrigerio, di placido rilassamento, di salvezza dal sole impietoso.

L’ombra è anche illusione: ne La Repubblica, Platone paragona la condizione umana a quella di alcuni prigionieri in una caverna sotterranea, legati in modo da poter vedere solo le ombre di statue (raffiguranti ogni tipo di oggetti) proiettate sulla parete in fondo alla caverna. Per costoro, quelle ombre sono l’unica realtà esistente. Secondo il filosofo greco, pertanto, ciò che vediamo tutti i giorni è semplicemente una proiezione della realtà, non andiamo oltre l’ombra, non approfondiamo la conoscenza del mondo intorno a noi, ma rimaniamo alla superficie delle cose sensibili.

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Ognuno di noi ha un’ombra: un lato del carattere che esce allo scoperto solo in particolari situazioni, un segreto o una paura mai rivelati (a volte neanche a noi stessi), un’insicurezza che cela la nostra vera natura, un sentimento represso pronto ad irrompere quando meno ce lo aspettiamo.

Eppure impariamo a convivere con l’ombra, riusciamo a trasformarla in una silenziosa compagna di vita: il lato oscuro di sé, da tenere nascosto, diventa tratto distintivo del nostro essere umani, ciò che ci rende vivi e veri.

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