di Benedetta Palma

Se ti dicessi che in un liceo del Salento fosse nascosto un cinese affetto da Coronavirus ci crederesti? 

È una fake news!

Le fake news, comunemente chiamate “bufale”, sono articoli redatti con informazioni distorte e inventate. L’intento di coloro che le diffondono è quello di disinformare o manipolare chi le legge a scopo politico o finanziario, oppure per semplice divertimento.

È capitato a tutti, almeno una volta, di ricevere in uno dei tanti gruppi whatsapp delle notizie false e di diffonderle senza verificarne prima la fonte.

Secondo il Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) ben il 34% degli italiani cerca informazioni senza consultare le fonti. Non solo, il 5% dei lettori si fa influenzare da queste fake news creando gravi e inutili allarmismi. Questi dati sono in crescita giorno per giorno: basti pensare che in quest’ultimo periodo, con il contagio del Coronavirus anche in Italia, diversi cittadini hanno letto in media 5 articoli falsi su 10: questi dati sono sconvolgenti.

Questa è la prova che coloro che cercano delle informazioni spesso non sanno discernere siti attendibili da quelli poco seri. Una tendenza del tutto sbagliata che rischia, soprattutto in ambito medico, di creare quelli che gli inglesi definiscono “worried well“, i “sani preoccupati”, persone che si rivolgono agli specialisti convinti delle loro idee in base alle informazioni lette su internet.

Il web rappresenta dunque un’arma a doppio taglio. Da una parte offre potenzialità inimmaginabili e rappresenta un luogo di approfondimento, di aggiornamento, di sostegno e condivisione. Dall’altra, però, può trasformarsi in una trappola per chi lo utilizza senza la dovuta preparazione, senso critico o semplice ragionevolezza.

Perciò occorre, in primo luogo, accertare la provenienza delle informazioni, assicurandosi che siano accompagnate da referenze esplicite e, se possibile, da link che rimandino a pubblicazioni scientifiche o comunque ufficiali.

Il più delle volte basterebbe un po’ di logica e di buon senso. Basti pensare alla notizia sulla presunta chiusura delle scuole: avrebbe dovuto destare sospetto il solo fatto che questa indicava come fonte il sito del Ministero degli Interni e non del Miur. Con la stessa accortezza si sarebbe potuta facilmente smascherare la fake dell’Ultim’ora di televideo, che recava la pagina dell’Indice (pag. 100) e non quella propria (pag. 101).

Navigare in internet è come navigare in mare: apparentemente non si hanno punti di riferimento, in realtà ci sono strumenti validi che permettono di non perdersi. Se si hanno dei dubbi sulla veridicità di una notizia, basterebbe chiedere un parere agli esperti, incrociare le notizie con fonti più attendibili e soprattutto… non condividerla!