di Irene Costantini

La pandemia di Covid-19 sta ridefinendo l’assetto della società. Le abitudini delle persone cambiano, molti lavoratori perdono il lavoro e le piccole imprese falliscono. C’è chi dice che affronteremo una crisi economica peggiore di quella del 2008, dalla quale peraltro molte nazioni devono ancora riprendersi. Ciò che però sembra essere ignorato è l’impatto che l’attuale crisi sanitaria sta avendo sulle donne.

Anche prima dell’inizio della pandemia, le donne avevano lavori meno sicuri, c’era una distribuzione ineguale di uomini e donne nei diversi settori del mercato del lavoro ed esse erano occupate per la maggior parte nei settori con i salari più bassi. Mentre scriviamo, in Gran Bretagna il 62,1% dei lavoratori con stipendi bassi sono donne⁽²⁾, il che significa che le loro paghe per ora sono meno dei due terzi della paga media. Inoltre, nella maggior parte delle nazioni, esse tendono a lavorare di più nel settore informale, avendo così non solo redditi bassi ma anche lavori più precari.

Percentuale di donne in lavori a bassa retribuzione tra tutti i lavoratori della stessa fascia retributiva.

Nell’analisi seguente, cercheremo di identificare i principali effetti che il nuovo coronavirus ha su di loro, concentrandoci su due fattori: dinamiche familiari e violenza domestica.

Riguardo al primo, è importante sottolineare che vi è differenza nelle esperienze delle donne a seconda delle condizioni socioeconomiche di partenza. Qui ci soffermeremo sulle donne della classe medio-bassa che hanno figli e sono inserite in una relazione eterosessuale. 

Quando molti Paesi hanno chiuso le scuole e imposto il lockdown, i bambini hanno iniziato a frequentare lezioni online e per questo i genitori hanno dovuto spendere più tempo per seguirli. Poiché molte famiglie non hanno babysitter e le madri assumono ancora gran parte del peso del lavoro domestico, la pandemia non può che aver aumentato il cosiddetto “carico mentale”. Per “carico mentale” intendiamo il pensiero organizzativo necessario per mandare avanti la gestione domestica e che per molte diventa un lavoro invisibile, continuo e stressante. In Europa, gli uomini spendono circa due ore al giorno nel lavoro domestico mentre le donne più di quattro ore al giorno. Questo scenario è ancora peggiore in Italia, dove le donne lavorano 3,37 volte in più degli uomini all’interno della famiglia⁽º⁾

Rapporto tra le ore spese per la cura della casa e della famiglia tra donne e uomini.

Durante la pandemia le lavoratrici hanno inoltre dovuto trovare l’equilibrio tra il loro lavoro e i figli, supportandoli nello studio e trovando attività per occuparli nel tempo libero prima impiegato nelle attività extracurricolari. 
È probabile che alcune di queste madri si siano dimesse per prendersi cura della casa e dei bambini e che una volta che questa crisi sanitaria sarà finita, non troveranno un nuovo lavoro, andando così ad ampliare le disparità di genere già esistenti. In Italia, solo il 35,86% della popolazione femminile lavora⁽º⁾ e c’è un divario di circa il 10% nei tassi di occupazione tra donne con bambini e senza⁽⁴⁾, divario che la pandemia potrebbe quindi aumentare.

Il secondo punto di questa analisi riguarda la violenza domestica. I dati mostrano che gli abusi avvengono per la maggior parte all’interno dell’ambiente familiare; circa un terzo delle donne che hanno avuto una relazione hanno subito violenza fisica e/o sessuale da parte del partner e il 7,2% delle donne adulte ha subito violenza sessuale da parte di una persona che non fosse il suo compagno o marito⁽¹⁾. Considerata questa premessa, non è difficile comprendere perché la violenza sulle donne sia aumentata durante l’emergenza di Covid-19 se comparata con l’anno scorso. 

I centri antiviolenza hanno ricevuto un alto numero di richieste d’aiuto e molte altre vittime potrebbero non essere riuscite a denunciare poiché bloccate con il proprio violentatore 24h al giorno. L’Istituto Australiano di Criminologia ha da poco pubblicato i dati riguardanti le donne che hanno subito violenza durante gli ultimi mesi, per un terzo di queste è stata la prima volta mentre la restante parte ha denunciato un aumento nelle aggressioni⁽³⁾.
Le donne vittime di queste esperienze hanno il 16% di possibilità in più di avere un bambino sottopeso e hanno il doppio delle possibilità di soffrire di depressione⁽¹⁾

Questi dati dovrebbero far riflettere su quanta strada ci sia ancora da fare perché le donne raggiungano una vera parità. Al tempo stesso, dovrebbe spronarci non solo a trovare delle soluzioni immediate per proteggerle in questo momento critico, ma anche a cercare strategie a lungo termine che mettano fine alle diseguaglianze presenti nella società. 


⁽º⁾Esteban Ortiz-Ospina and Sandra Tzvetkova (2018) – “Women’s employment”. Published online at OurWorldInData.org. Retrieved from: ‘https://ourworldindata.org/female-labor-supply’ [Online Resource]
⁽¹⁾WHO report ‘Global and regional estimates of violence against women: prevalence and health effects of intimate partner violence and non-partner sexual violence’.
⁽²⁾Esteban Ortiz-Ospina (2018) – “Economic inequality by gender”. Published online at OurWorldInData.org. Retrieved from: ‘https://ourworldindata.org/economic-inequality-by-gender’ [Online Resource]
⁽³⁾Boxall H, Morgan A. & Brown R. 2020. The prevalence of domestic violence among women during the COVID-19 pandemic. Statistical Bulletin no. 28. Canberra: Australian Institute of Criminology. https://www.aic.gov.au/publications/sb/sb28
⁽⁴⁾Barbara Janta – Caring for children in Europe. How childcare, parental leave and flexible working arrangements interact in Europe.