di Beatrice Montanaro

Ormai sono anni che donne di tutto il mondo lottano per migliorare la propria condizione sociale e ridurre le differenze di genere riuscendo a raggiungere obiettivi che prima non si pensavano possibili; anche quest’anno descrive notevoli conquiste nella lotta per la condizione femminile.

In questo senso, importanti avvenimenti riguardano la competizione elettorale americana con l’elezione di Kamala Harris, prima donna afroamericana nel ruolo di vicepresidente; questo avvenimento segna la storia in quanto simboleggia l’apertura di un mondo di opportunità a tutte quelle donne che hanno sognato o che sognano di diventare qualcuno in futuro, come afferma la Harris “Sono la prima vicepresidente donna, ma non sarò l’ultima”.

Altro avvenimento di particolare importanza è la rielezione, alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, di “The Squad”, gruppo multietnico di parlamentari progressiste formato da Alexandria Ocasio-Cortez, Ilhan Omar, Ayanna Pressley e Rashida Tlaib; donne che lottano per una migliore condizione sociale per tutti coloro che faticano a dare voce ai loro diritti.

Tutte progressiste, tutte desiderose di cambiamenti che possano migliorare l’America, tutte fortemente giudicate dai Repubblicani conservatori che non risparmiano loro critiche e minacce nel tentativo di cacciarle: significativa in questo senso l’affermazione di Donald Trump nei confronti della Squad, con l’assurda affermazione: “Send them back” nei loro paesi, come se non fossero vere cittadine americane.
Nonostante le minacce e le critiche, queste donne intraprendenti non demordono e continuano a lottare, sostenute da una fetta di popolazione sempre maggiore che sente il bisogno di attuare dei cambiamenti per un futuro migliore.

Eventi innovativi sono avvenuti anche in Europa o meglio in Scozia e in Italia: si tratta, però, di elezioni per cariche diverse, magari di minore rilevanza, ma che rappresentano una svolta nel mondo dell’istruzione e nuove prospettive per il futuro.

Il primo avvenimento risale a qualche settimana fa all’ Università di St. Andrews in Scozia dove, dopo 607 anni, è stata eletta nel ruolo di rettrice Leyla Hussein, una donna di origine somale, attiva in molti campi per i cambiamenti della condizione femminile. Per lo stesso ruolo qualche giorno fa è stata eletta all’ Università La Sapienza di Roma, per la prima volta in 717 anni, Antonella Polimeni, già presidente della facoltà di Medicina e odontoiatria.

Questi episodi dimostrano come stia diventando sempre più naturale che le donne raggiungano cariche per le quali venivano considerate non adatte, riducendo, in questo modo, le disuguaglianze sociali.