di Francesca Suraci

I ragazzi del Liceo Scientifico De Giorgi, in veste di apprendisti ciceroni, hanno accompagnato i visitatori alla scoperta di una delle più particolari strutture storiche della città, Palazzo Giaconia, in occasione delle Giornate FAI d’Autunno. La struttura ospitò sin dal 1500 un susseguirsi di personalità importanti, quali umanisti, come Vittorio De Prioli, o Vescovi, come il primo proprietario del palazzo, Angelo Giaconia. Il Palazzo fu edificato da Gian Giacomo Dell’Acaya, il celebre architetto salentino, che mise la firma anche sulla chiesa di Santa Croce, e sulle mura urbiche, adiacenti al giardino del palazzo stesso.

Nel ‘900 lo stabile era suddiviso in tre parti: l’ala ovest di Francesco Lopez, l’area centrale di Alessandro Castriota e l’ala est di Achille Tresca e Nicola Lopez.  Tale suddivisione era dovuta alla volontà di numerose famiglie nobiliari Leccesi che soggiornarono all’interno della struttura, tra le quali: i già citati De Prioli, i Carignani e i Lopez y Royo; infine nell’Ottocento vi fu un’ occupazione militare francese, la quale avrebbe dato vita ad un presunto centro massonico, del quale osserviamo ancora i simboli distintivi sul cornicione. Solo Il 19 Febbraio del 1906 Anna Antonacci riuscì ad affittare due camere della struttura che, finalmente, nel 1938 divennero l’intero edificio, grazie all’azione di numerosi creditori. Pochi giorni dopo, il 7 novembre 1938, a soli 59 anni, morì Anna Antonacci e dopo poco si decise di intestare a suo nome l’istituto; alla fondatrice venne inoltre offerto un mezzo busto in bronzo, ad opera di Raffaele Giurgola (rinomato scultore leccese).

L’Istituto si era da sempre occupato dell’Istruzione delle prime tre classi elementari, ma nel dicembre del 1938 fu poi istituita una Scuola di avviamento professionale a tipo artigiano-industriale per giovani ciechi e nel 1972 vi fu l’aggiunta di due sezioni di specializzazione in centralinisti e masso-fisioterapisti.

Negli anni ‘70 fu inoltre sistemata la biblioteca dell’Istituto (realizzata negli anni ‘30), all’interno della quale vi erano 10000 volumi scritti in Braille: questi riguardavano argomenti di cultura generale, letteratura, narrativa, storia, biografie, spartiti musicali e libretti delle opere liriche. Infatti all’interno dell’Istituto si svolgevano lezioni di musica e canto in aggiunta ai Laboratori artigianali maschili e femminili. Questi laboratori musicali permettevano ai ragazzi e bambini ciechi di poter sviluppare particolarmente il senso dell’udito e la memoria, considerando che gli spartiti dovevano essere suonati a memoria.

Nel 2000 l’Unione Italiana Ciechi affidò all’Istituto Antonacci il coordinamento regionale di un progetto finalizzato al recupero educativo, sociale e occupazionale, dei pluriminorati visivi. Oggi sono al via anche altri progetti organizzati in collaborazione con l’ASL di Lecce e con la federazione nazionale delle istituzioni Pro ciechi . Fra gli altri progetti vi è la nascita di una grande “casa di accoglienza” articolata in mini strutture riservate ad anziani, giovani, studenti, corsisti e agli operatori del laboratorio protetto.

Il tutto testimonia l’attualità della struttura stessa nella sua funzione formativa, riabilitativa e assistenziale a servizio dei minorati della vista.

Molti cimeli storici hanno risieduto all’interno di palazzo Giaconia, ma tra i più importanti troviamo ancora due formelle realizzate da Gabriele Riccardi. Questi altorilievi raffigurano due episodi narrati rispettivamente nel primo e nel secondo libro di Samuele: la battaglia tra Davide e Golia (anche la prima attestata rappresentazione delle pizzica), e il Davide che scrive una lettera per mandare a morte il guerriero Uria, il marito della donna amata che rese gravida in seguito ad una notte d’amore.

Il sontuoso giardino che occupa la parte posteriore della struttura ottenne il titolo di “giardino storico” solo negli anni ottanta, in seguito alla carta di Firenze. Questo viene anche 

denominato come giardino dei sensi, poiché udito, vista, olfatto, tatto e gusto si mischiano in una danza a cui prende parte chiunque anche solo entrando in questo paradiso terrestre.

Al suo interno sono state rinvenute due fontane, collocate nel giardino dei limoni e nella grotta della frescura, e delle decorazioni pittoriche presenti nel grottone principale e sulla muraglia interna. 

La visita a Palazzo Giaconia è imperdibile, perché permette di posare gli occhi su una bellezza misteriosa della nostra città, che spesso ci passa inosservata.

Per questa meravigliosa opportunità bisogna ringraziare il FAI, Fondo Ambiente Italiano, che da anni si impegna per riportare alla luce o riaprire strutture che costituiscono il patrimonio storico e culturale della nostra città e dell’intera nazione, garantisce a tutti l’accesso e che, in particolar modo, dà a noi ragazzi la possibilità di scoprire le origini della nostra città e di metterci a disposizione dell’intera società.

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