di Federica Miglietta

<<Ordiniamo la pizza? Sì, però parla tu>>

L’ansia sociale nella Generazione Z ha raggiunto i livelli estremi: se la comunicazione tramite social appare semplice e immediata, l’interazione con estranei nel mondo reale risulta, al contrario, portatrice di disagio.

È la generazione più ansiosa di sempre, lo dimostrano gli studi di Jean Twenge , docente di psicologia alla San Diego State University. Attraverso vari test e il confronto con i dati raccolti in precedenza, l’esperta ha scoperto che il benessere mentale nei giovani è in calo.

Molti associano questa problematica all’avvento dei Social, ma non è l’unica causa.

Certamente i Social hanno influito sul fenomeno, poiché tendono ad escludere il singolo dalla realtà offrendo il rifugio sicuro di una bolla virtuale. Questo implica vivere circondati dal riflesso distorto della verità, dove la perfezione viene osannata come un ideale da raggiungere assolutamente, provocando un senso di inadeguatezza in chi si ritiene lontano dal modello.

Ma la motivazione principale affonda le sue radici nell’infanzia.

La libertà di gioco, negli anni divenuta con il tempo sempre più ristretta, è essenziale nei primi anni di vita perché permette al bambino di imparare a relazionarsi con gli altri e con l’ambiente, di sviluppare le proprie capacità, di esplorare e scoprire. La tendenza degli adulti a “monopolizzare” la vita dei propri figli riempiendola di attività stimolanti ma guidate, privandoli della libertà di stare soli, inventare, anche a costo di combinare qualche guaio, genera insicurezza e questo influisce fortemente sulla loro personalità.

La volontà dei genitori di proteggere il proprio figlio finisce per ripercuotersi negativamente su di essi. Il risultato? Un giovane incapace di prendere decisioni autonome e che sente addosso la pressione del fallimento.

Fallire è una tappa naturale della vita, eppure per molti giovani risulta intollerabile. Saranno le pressioni familiari che pretendono l’eccellenza in ogni campo? Sarà colpa di una società in cui la mediocrità viene cestinata? Sarà dovuta alla competizione continua con l’altro? Oppure le troppe attività da gestire e i continui stimoli?

Sicuramente la nuova generazione cerca di riderci su, esprimendo queste sensazioni attraverso meme, tik tok, tweet e post in maniera ironica e creativa. Proprio quei social additati come causa di ansia diventano, quindi, una valvola di sfogo ideale.