di Gaia Naccarelli

OBE: Out of Body Experience (letteralmente “esperienze extracorporea”): è così che MACE decide di chiamare il suo album d’esordio grazie al quale la sua carriera schizza alle stelle.

Simone Benussi, vero nome del dj e produttore discografico MACE, dopo un lungo periodo di “lavoro dietro le quinte” il 5 febbraio fa uscire il suo nuovo disco da producer anticipato dai singoli Ragazzi Delle Nebbia e La Canzone Nostra.
L’esperienza extrasensoriale non è solo una situazione sperimentata dall’artista in prima persona, essa rappresenta il suo modo di approcciarsi alla vita uscendo dalla propria quotidianità e osservando la realtà da una prospettiva differente. “Questo si propaga nella mia maniera di pensare e di comporre” dice Simone.

Se fino a qualche tempo fa trap e rap costituivano la spina dorsale della sua musica, in OBE è stata stravolta ogni tipo di certezza: in un unico album si è trasportati da sostenuti ritmi sudafricani a note collezionate durante i viaggi in Giappone. È proprio il tema del viaggio a caratterizzare le 17 tracce che avvicinano mondi molto distanti tra loro.

Prima ancora dell’ascolto catturano l’attenzione i simboli che accompagnano ogni brano: si tratta di caratteri tibetani (come il simbolo del paradiso che accompagna Ayahuasca), icone metaforiche (due frecce divergenti per Colpa Tua) e simboli alchemici (il simbolo del mercurio per Hallucination, unico brano privo di featuring nonché ciliegina finale), piccoli elementi visivi che completano il viaggio sonoro.

Tra fresche sorprese e qualche lieve insoddisfazione da parte dei fan più accaniti di Rosa Chemical, non abituati ad immaginarlo accanto al cantautore romano Carl Brave, MACE mette il tiro a segno posizionandosi nelle zone alte della classifica Spotify Italia. Insomma un ritorno col botto che fa gola un po’ a tutti.
Buon viaggio e allacciate le cinture.