di Giovanni De Mariani e Gioele Benvenuto

Seconda sconfitta di fila per il Lecce che perde 1-0 contro la rivale Monza, complicando ancora di più la scalata verso la Serie A. È una batosta che non ci voleva e che rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti in questo campionato. I salentini perdono il secondo posto in classifica e di conseguenza la possibilità di essere artefici del proprio destino. Queste ultime 2 partite ci hanno mostrato una squadra che ha perso certezze, è poco lucida nelle scelte e nelle giocate, sembra spesso senza idee e senza un piano tattico ben definito. Serve una reazione d’orgoglio che deve partire dai calciatori più rappresentativi che hanno guidato il Lecce fino a questo punto per provare a lottare per quella che adesso sembra ormai un’utopia.

Primo tempo molto bloccato con le 2 squadre che rischiano poco e cercano di chiudere tutti gli spazi. Atteggiamento questo giustificato dal fatto che questa partita è probabilmente quella decisiva per decretare chi andrà direttamente in Serie A e sia il Monza che il Lecce non hanno voluto assolutamente scoprirsi e lasciare spazio agli attaccanti rivali, che si sono rivelati spesso letali in questo campionato. Sono i lombardi ad avere il controllo del gioco con un possesso però sterile e mai pericoloso; i salentini giocano più in verticale, cercando di mettere subito in moto le punte. A sbloccare la partita è un calcio di punizione semplicemente perfetto di Barberis che mette la palla all’incrocio dei pali dove Gabriel non può arrivare, portando in vantaggio il Monza.

Nella ripresa i salentini provano a cambiare atteggiamento cercando di proporsi in area avversaria in maniera più propositiva e assidua. Al 61’ su assist di Stepinski, Nikolov si divora clamorosamente il gol del pareggio non riuscendo a colpire la sfera e indirizzarla a rete. Qualche minuto più tardi è ancora Stepinski a essere il protagonista di un assist, questa volta verso Mancosu che a tu per tu con Di Gregorio manca incredibilmente il gol dell’1-1. Al 76’ sugli sviluppi di un calcio d’angolo Hjulmand, di testa, colpisce il palo. Il Lecce ci prova in tutti i modi ma il pallone, di entrare in porta, proprio non ne vuole sapere. Il legno colpito dal centrocampista danese è l’episodio più emblematico di una partita giocata sicuramente non al meglio dai salentini, che perdono ancora una volta a causa di un episodio sfavorevole e vedono sfumare i sogni di promozione diretta (seppur non ancora in maniera matematica) vista la vittoria in extremis della Salernitana ai danni del Pordenone.

I giallorossi si trovano al quarto posto a due lunghezze dai campani e a pari punti con i bianco rossi (ma con gli scontri diretti a sfavore) a soli 180 minuti dal termine della stagione regolamentare. Lo spettro dei Play off è sempre più vicino ma servono cuore, grinta e orgoglio per tirare il meglio dai propri mezzi e cercare di rovesciare nel modo più clamoroso ed emozionate possibile una stagione non ancora del tutto persa.