di Chiara Buccolieri

“Senza il liceo De Giorgi non avrei avuto futuro, perché l’istruzione mi ha consentito di incontrare le persone più straordinarie della vita del nostro paese”.

Affermazione di Tonio Tondo, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno (ai “colleghi” dello storico quotidiano il nostro “bentornati tra noi!!!” ndr) ed ex alunno del nostro liceo, grazie al quale daremo modo di conoscere la storia del “De Giorgi”, in vista dei suoi imminenti 100 anni.

Il giornalista Tondo ci racconta: ho frequentato il liceo Cosimo De Giorgi dal 1964 al 1969, per questo ricordo perfettamente di aver vissuto nella fase di incubazione della protesta giovanile del 1968, facemmo anche un’occupazione della scuola  tra il ‘68 e il ‘69: in tutt’Italia i giovani protestavano contro il vecchio modello di sistema politico, sociale ed economico.

  • Del suo primo giorno di scuola, ricorda qualcosa?

Ricordo tantissimo. Innanzitutto i miei compagni di classe, ognuno dei quali ha preso la sua strada di vita, ognuno con la propria scelta al quinto anno di frequenza nelle diverse facoltà delle università. Ancora oggi quando ci sentiamo è una gioia. 

C’era grandissima empatia nella classe, riconoscimento. Ricordo che i primi giorni sono stati un po’ difficili, ma ci guardavamo negli occhi e sperimentavamo le prime amicizie. 

Con gli occhi colmi di malinconia, il giornalista continua il viaggio nei suoi ricordi…

Mi hanno insegnato a vivere, ricordo la professoressa che insegnava italiano: straordinaria, intelligente, empatica. 

Il mio professore di tedesco ha conosciuto il campo di concentramento nella seconda guerra mondiale, erano anni difficili, ma erano anche anni ricchi di speranza.

Tutti i professori mi hanno insegnato a vivere e mi hanno indicato la strada per la felicità, perché il nostro obiettivo è una vita impiegata bene, in maniera tale da auto-motivarci l’esistenza, attraverso un riconoscimento dell’altro, nella sua autenticità e nella sua originalità. 

  • Se oggi dovesse fare di nuovo la scelta della scuola superiore, sceglierebbe il liceo scientifico?

Senza pensarci neanche! Liceo scientifico Cosimo De Giorgi, perché nel nome c’era già il tema della scuola, come una sorta di nome performativo.

Quando rileggo “I bozzetti di viaggio” di De Giorgi, questa continua riscoperta dei microcosmi, delle micro-realtà, con il pensiero globale, europeo e mondiale. Si può stare con i piedi nella nostra terra, ma con il pensiero globale. 

L’attenzione torna sul ricordo dei professori e sugli insegnamenti da lui ereditati…

Poi mi hanno insegnato l’importanza delle istituzioni, perché il liceo scientifico è veramente la scuola che prepara la futura classe dirigente, non solo quella politica e burocratica, ma anche quella delle professioni, della società: una classe dirigente che si fa carico di aprire nuove strade, nuovi percorsi di vita, nel rapporto fra il microcosmo locale e l’interazione globale. Così dobbiamo allenare la nostra mente, essere legatissimi alle nostre storie, ma senza essere prigionieri.

  • A quell’epoca a quale carriera lavorativa futura aspirava? E’ contento di aver fatto la scelta del giornalismo?

Io ho fatto due mesi ingegneria meccanica a Bari e ho capito che non era la mia vocazione. La mia vocazione era a livello culturale, cioè di studiare la società e nello stesso momento di interessarmi della vita collettiva. 

Ebbi la fortuna di leggere un libro di Alexis de Tocqueville. Lui fece un viaggio nel 1838, negli Stati Uniti d’America e ha scritto una grande opera che si chiama “La democrazia in America”. Lì ebbi la prima conoscenza di che cos’è il giornalismo.

  • Quale consiglio darebbe ad uno studente che oggi si sta indirizzando verso una scelta universitaria in un ambito legato al giornalismo?

Assecondare la propria sensibilità, la propria passione e i propri sentimenti. 

Per essere felici bisogna mettere insieme la mente e i sentimenti, lo spirito. Ognuno di noi ha uno spirito, lo spirito buono che ci aiuta a dedicare bene il nostro tempo. 

Il giornalista Tondo concluse con una riflessione…

Senza il liceo De Giorgi io avrei fatto il contadino, perché papà mi diceva ⟪Quando la scuola finisce a giugno tu torni e lavori con me in campagna⟫.

Senza il liceo De Giorgi non avrei avuto futuro, perché l’istruzione mi ha consentito di incontrare le persone più straordinarie della vita del nostro paese. 

Ecco perché ho scelto poi il giornalismo: incontrando delle persone, mi hanno offerto l’opportunità di un scelta in linea con la mia sensibilità.

La nostra inervista