Chiara Buccolieri

Quante volte ci è capitato di chiedere ai nostri nonni o bisnonni come avessero vissuto gli anni della seconda guerra mondiale? Le risposte sono sempre sembrate indecifrabili e lontane dallo stile di vita che avevamo e che, idealizzandolo, consideravamo l’unico possibile…

Tuttavia, negli ultimi due anni, molti adolescenti e bambini si sono trovati ostacolati dal famoso virus “con le punte a forma di corona” che, in molti casi, ha impedito la comunicazione con nonni, parenti e amici. Questa condizione di emergenza sanitaria ha provocato un’ondata di effetti psicologici catastrofici su migliaia di ragazzi, che si sono sentiti impotenti rispetto ad una situazione fuori controllo.

Lo Stato, però, si è reso conto dello strascico che questi due anni hanno lasciato fra gli adolescenti ed ha stanziato 20 milioni di euro per il Bonus Psicologo 2022 da usufruire al bisogno, tramite la scuola frequentata. Questo provvedimento era indispensabile, vista la percezione falsata della vita di adolescenti e ragazzi, i quali si trovano in questi giorni di fronte alla minaccia di un’altra catastrofe. Parliamo della guerra divampata nell’Est europeo per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia

Da ormai più di due settimane, vediamo immagini di intere città coperte da un tappeto di macerie, intere famiglie senza tetto, l’aumento dei prezzi e le basi Nato in territorio italiano pienamente operative. 

Il clima fra i ragazzi è ancora lo stesso, non si percepisce la paura durante la quotidianità o l’angoscia di uscire con gli amici. Circolano fra i giovani alcuni appelli per sensibilizzare le famiglie e aiutare economicamente l’Ucraina, però fortunatamente è una cosa che sembra lontana ai nostri occhi. 

L’inquietudine maggiore nasce dal susseguirsi di due eventi, mondiale il primo e continentale il secondo, che hanno rovinato un numero esorbitante di persone e continueranno a farlo, quindi quello che ci si chiede è: “Se “la quiete dopo la tempesta” del covid è la guerra tra potenze mondiali, cos’altro c’è in serbo per i prossimi anni?” per non proferire a voce alta il pensiero strisciante che questi potrebbero essere gli ultimi mesi della nostra vita se questo conflitto dovesse sfociare in una guerra nucleare.

Per comprendere meglio come questa guerra possa evolvere, bisognerebbe conoscere secoli di storia che per molti ragazzi è una grande incognita; purtroppo, però, sono tutte solamente delle ipotesi: il nostro futuro è in mano a uomini di cui non possiamo leggere il pensiero… non ci resta che sperare nelle trattative tra i capi di stato.

“Cosa dobbiamo aspettarci?” resta sicuramente la domanda che più si sente fra i giovani: ma come rispondere? Con il silenzio dell’impotenza.

“Cosa dobbiamo fare per favorire la pace?”, “Come dobbiamo comportarci per non sprecare quelle che potrebbero essere le ultime risorse a nostra disposizione?”, “Cosa succederà fra una settimana se le cose continuano a peggiorare?”. La sofferenza maggiore fra ragazzi e piccolini è non ricevere una risposta a nessuna di queste domande. La loro fortuna, invece, l’inconsapevolezza della sofferenza di chi è davvero coinvolto.

Un’adolescenza fuori dal normale: dopo due anni di reclusione in casa e limiti sotto tutti gli ambiti sociali, c’è la tensione e la paura che questa rovinosa guerra possa estendersi e divenire catastrofica.


Articolo pubblicato su L’Edicola del Sud il 12.03.2021