di Cristina Milanese

Internet è ormai parte integrante della nostra vita, non ne possiamo fare a meno. La Rete ci permette di restare connessi con il resto del mondo, tra social, blog e notizie in tempo reale. Internet nasconde, però, anche covi di insidie e pericoli da cui non è facile uscire. Il cybershaming – letteralmente “vergogna digitale” – è uno di questi.

Cosa è il cybershaming?

Fenomeno registrato per la prima volta nel Leccese, il cybershaming consiste nella diffusione di immagini e video attinti da profili social senza il consenso di chi è stato ripreso, al fine di deridere, insultare, umiliare e minacciare. All’origine vi è un divertimento malato e perverso che porta le bestie del web ad accanirisi su vittime totalmente sconosciute. Non a caso questa forma di violenza attecchisce su piattaforme di messaggistica istantanea che garantiscono l’anonimato in gruppi appositamente creati per l’invio di tali messaggi.

Come intervenire e a chi affidarsi

Conoscere il fenomeno è il primo passo per estirparlo alla radice. Ed è proprio questo l’obiettivo di SOS Cybershaming, progetto di sensibilizzazione ideato da Federico Vergallo. La campagna vede nelle scuole un ambiente fondamentale per l’ascolto e il dialogo, ingredienti essenziali per aiutare ragazzi e ragazze vittime di questa nuova gogna .

Cruciale nella lotta al cybershaming è, poi, il ruolo svolto dalle unità investigative di Polizia Postale e Carabinieri, come hanno testimoniato, nel corso di un incontro tenutosi lo scorso 25 febbraio presso il Liceo Scientifico De Giorgi di Lecce, il dott. Andrea Carnimeo (Polizia Postale), la dott.ssa Annamaria Zito (viceispettore Questura di Lecce) e Matteo De Luca, luogotenente del Comando Provinciale dei Carabinieri.

Le tecnologie oggi a disposizione di Polizia e Carabinieri permettono di risalire ai piranha da tastiera, la cui ingenuità impedisce di riconoscere che specifiche azioni costituiscano reati. Di qui il monito “la rete non dimentica“: ciò che si immette nel vortice oscuro di Internet difficilmente si cancella. Inoltre, la legge 71 del 2017 sul cyberbullismo permette di intervenire, anche nel caso in cui non vi sia denuncia, con lo strumento dell’ammonimento del questore. Questo costituisce una misura conciliativa volta ad evitare il coinvolgimento di minori – vittime e autori di reato – in procedimenti penali, costruendo invece un sano dialogo.

Cronaca e giornalismo nel racconto dei fatti

Altrettanto importante è il racconto dei fatti affidato a cronaca e giornalismo. A tal proposito, Mauro Giliberti, giornalista professionista RAI, ha evidenziato la necessità di indagare -oltre che raccontare- conciliando sempre diritto di cronaca e di privacy, proteggendo, quindi, le vittime che denunciano. E’ fondamentale, poi, investigare anche le realtà che circondano gli autori di questi “crimini” per “curare” e prevenire, per far sì che anche loro possano trovare il coraggio di dire di no, di distinguersi dal gruppetto, dalla massa.

Aprirsi al dialogo per rinascere

Unica arma per difendersi dalla giungla del web è parlare; aprirsi con la propria famiglia, docenti, compagni e amici è il primo passo per combattere il cybershaming ed ogni altra forma di violenza verbale e fisica. Il secondo passo è rivolgersi a Polizia e Carabinieri, senza alcun timore, perché chiedendo un supporto competente si rinasce.