di Serena Pastore e Sofia Manca – foto di Angela Rizzato

Nei giorni scorsi il nostro Liceo ha avuto l’onore di ospitare i tre avvocati penalisti Stefano De Francesco, Anna Maria Ciardo e Roberto Rella.
Grazie a loro, gli studenti hanno avuto l’occasione di apprendere alcune nozioni sul mondo della giustizia e della giurisprudenza.
In questo incontro, tenutosi nella sede di Via Pozzuolo, gli ospiti hanno illustrato ai ragazzi il funzionamento del sistema giudiziario, come vengono gestite le carceri italiane e come si svolge un processo penale.

Successivamente, hanno parlato di alcuni grandi processi che si sono celebrati in passato e grazie ad un video che racchiudeva le registrazioni dei telegiornali e del processo stesso, hanno presentato come casi così delicati vengano risolti.

Argomento molto importante che si è trattato è l’errore giudiziario.
Grazie a questo intervento gli studenti hanno avuto l’occasione di capire in modo approfondito le sensazioni delle persone che vengono messe sotto processo pur non avendo commesso alcun crimine, di quelle che vengono rinchiuse anche se innocenti e di quello che lo Stato fa dopo l’accertamento dell’errore che ha commesso.

Si è parlato della salute mentale dei carcerati e di quello che devono passare all’interno delle strutture detentive italiane e non, tutto questo accompagnato da delle immagini riprese all’interno di questi edifici, che fanno vedere che le condizioni di vita sono pessime.
I carcerati italiani vivono in meno di tre metri quadrati di stanza, in condizioni igieniche disastrose. Tutto ciò, insieme anche ad altri fattori, portano al suicidio, all’autolesionismo e alla perdita della stabilità mentale.

Spesso l’opinione pubblica tende a considerare l’avvocato come figura prettamente legale, tralasciando l’importanza che può avere a livello morale e psicologico per il suo assistito.

L’imputato, infatti, viene spesso abbandonato dalla società, dalla famiglia e dai suoi amici poiché ritenuto colpevole prima ancora che sia dichiarato tale. Si ritrova, dunque, a dover affrontare il processo in piena solitudine.

Inoltre, laddove venga dichiarato colpevole e debba scontare una pena in carcere, i suoi familiari potranno fargli visita solo una volta a settimana, mentre il suo avvocato potrà visitarlo più volte. L’avvocato assume, quindi, oltre alla funzione di difensore, anche quella di supporto psicologico e morale sia durante che dopo il processo.

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