Nell’edizione del maggio 2017 sulla nota rivista “The Guardian”, è stato pubblicato un articolo riguardante il multiverso: una teoria della fisica moderna che ipotizza l’esistenza di più universi paralleli tra loro collocati in una dimensione superiore impercettibile ai nostri sensi; e almeno ipoteticamente ad ogni tipo di strumento.

Quanto è stato ipotizzato è ancora molto controverso ma è tuttavia un modello di universo considerato valido da numerose menti scientifiche come ad esempio Stephen Hawking e Michio Kaku, non proprio due per caso. Sono anche state trovate delle anomalie in quella che viene chiamata “radiazione cosmica di fondo” che fanno supporre l’esistenza di più universi paralleli. Sono stati infatti rilevati dei “punti freddi” durante la rilevazione di questa radiazione che fanno supporre che due universi si stessero scontrando proprio in quel momento.  Al contrario, uno dei maggiori oppositori di questa speculazione è Paul Steinhardt, che critica pesantemente questa ipotesi chiedendosi come sia possibile che altri universi differenti dal nostro siano nati similarmente al nostro, alimentando la sua critica dicendo che con la possibile esistenza del multiverso, potrebbe verificarsi l’esistenza di persone simili a noi. Se fosse effettivamente provata l’esistenza del multiverso, allora gli scienziati lo dovrebbero considerare come fondamento della fisica, il che è impossibile poiché dovrebbero venirci spiegati i motivi per cui il nostro universo possiede questa forma. Se esistessero diversi universi, sarebbero simili o molto differenti, poiché sarebbero dominate da leggi della fisica completamente differenti da universo a universo. Un’altra conseguenza scaturita da questa supposizione è che in realtà non sia il nostro universo a espandersi bensì uno spazio superiore al cui interno vi sarebbero molti universi. Questa tesi spiegherebbe, inoltre, anche domande non riconducibili al principio di tutto, ossia il Big Bang come ad esempio perché all’interno dell’universo si presenta la stessa temperatura in qualsiasi punto. Questa deduzione spiegherebbe anche l’origine stessa degli universi tramite un processo di evoluzione della cosiddetta “inflazione cosmica” che teorizza che tutta l’energia presente nell’universo sia contenuta sotto forma cubica che con l’allargarsi e il passare del tempo diventi pian piano più grande, provocando la rottura interna dei legamenti e la conseguente diffusione caotica delle radiazioni e materia oscura. La teoria di per sé non può essere considerata scientifica in quanto non permette nessuna previsione e non porta a nessuna legge e va oltre le leggi della fisica che oggi conosciamo. Tuttavia è una conseguenza inevitabile di quelle leggi, che espongono il nostro universo ad un perenne cambiamento che potrebbe portare alla scoperta dell’impossibile.