Durante l’assemblea di Istituto del 20 dicembre 2017 è intervenuto Francesco Paolicelli, docente  presso la “School for Management LUM” ed esperto in programmazione informatica.

Il professore ha parlato molto sull’importanza degli open data e dell’open government per lo sviluppo tecnologico della società in cui viviamo. Al termine dell’assemblea, abbiamo chiesto al professore qualche minuto per rispondere a delle domande. Andando sul suo profilo di github si possono vedere molti progetti che nel corso del tempo avete realizzato. A suo parere, quale è il più importante che ha realizzato?La maggior parte dei progetti hanno alla base la sensibilizzazione nei vostri riguardi. Fanno capire che si possono prendere dei dati aperti, resi disponibili da chi li ha registrati, e trasformarli in Servizi per il cittadino con poco. Il mio fine non è quello di vendere un prodotto, ma mettere a disposizione degli strumenti pratici che si possono riutilizzare per realizzare software o altro, rendendo più forti e fruibili i dati aperti. Infatti più si utilizzano per fare dei servizi per i cittadini, più colui che produce il dato aperto è interessato a tenerlo sempre aggiornato. Quindi tutti i miei progetti su github si basano proprio sulla condivisione. Da un punto di vista informatico, quanto è importante la condivisione del proprio materiale, cioè il software open source?Ti faccio una metafora, immagina che nessuno potesse studiare la Divina Commedia di Dante Alighieri; di conseguenza nessuno potrebbe farvi commenti, opere derivate, film e così via. , Pperchè dovrei creare un software e non permettere ad altri di modificarlo, magari facendomi menzionare e diventare più famoso?Non condividere il proprio lavoro è quindi una finta gelosia che non serve a nulla nell’epoca moderna, perché l’idea che ti rende differente uno da un altro fra te e me è come si utilizzeràai quel software;, quindi non è una proprietà intellettuale. , nNoi stessi ogni giorno a scuola utilizziamo parole, testi, libri e numeri inventati da altri. Per il software è la stessa cosa, il fatto che sia open source, prima di tutto permette di far lavorare più persone sullo stesso argomento, in secondo luogo permette di accrescere la conoscenza. I, infatti tu potrai migliorare il mio software creando un qualcosa di ancora più bello e quindi sia la mia conoscenza che la tua si saranno migliorate. Mentre questa attitudine che nasce dal mondo windows e dei software chiusi ci rende dei fruitori passivi del digitale, i cosiddetti nativi digitali passivi sono primitivi cioè sanno usare la clava, ma non sanno costruirla, sanno dunque utilizzare il digitale, ma non creare lo strumento.  Secondo lei, è importante insegnare coding e pensiero computazionale nei licei oppure è opportuno che tale materia venga studiata solo negli istituti tecnici?Partendo dal presupposto che il pensiero computazionale è la terza forma di pensiero che dovrebbe affiancare il saper leggere e scrivere e far di conto, questo non è una disciplina, ma una vera e propria forma di pensiero. E’ la capacità di prendere un problema complesso e dividerlo in più problemi semplici e risolvibili con una ripetizione di istruzioni o algoritmi. Il pensiero computazionale non dovrebbe essere insegnato solo da una parte o solo dall’altra, ma andrebbe insegnato a tutti, infatti nella scuola primaria è diventato un obbligo di legge della riforma della Buona Scuola. Il coding è invece la codifica con cui tu decidi di esprimere l’algoritmo, che può essere vocale, cartaceo o digitale, come un software o un robot. Quindi il termine coding non viene più utilizzato solo per l’ambito informatico come avveniva un tempo; infatti oggi indica la democratizzazione dell’informatica a tutti, poichè vengono usati dei linguaggi semplici e comprensibili a chiunque, come i linguaggi a blocchi. Di conseguenza dovrebbe essere obbligatorio non solo in tutti gli istituti di estrazione scientifica, ma anche in quelli classici.  Dopo che finirete gli studi vi ritroverete a che fare con questo mondo che è nuovo e, ad esempio, con una laurea in filosofia vi potreste ritrovare a capo di grandi multinazionali del software e dovrete capire cosa fa la vostra azienda. Inoltre io credo che il coding e il pensiero computazionale siano degli elementi fondamentali per sviluppare il pensiero critico, perchè ti obbliga a scomporre i problemi complessi entrando in profondità nella situazione che avete di fronte. Ringraziamo il professore per la sua pazienza. Per maggiori informazioni sul professor Paolicelli e sul suo lavoro si può visitare il suo sito web: http://www. piersoft. it. Foto di Raffaele Albanese