di Lorenzo Bergamo

Negli ultimi giorni non si fa altro che parlare di guerra.

Il conflitto sta mostrando terrificanti effetti in campo economico.

Se andiamo ad analizzare bene i dati di quest’emergenza, nei 70 e passa giorni di conflitto, noteremo subito che, oltre al drastico innalzamento dei prezzi di petrolio, gas e materie prime (nichel, ghisa, palladio ed alluminio), vi è stato anche un calo drammatico degli indici della borsa mondiale. Ma cosa ha scatenato tutto ciò?

Prima di rispondere in maniera esaustiva a questa domanda, occorre ricordare brevemente cos’è la borsa e in base a cosa variano gli indici.

La borsa valori è un luogo virtuale dove vengono negoziate azioni di vario genere attraverso diversi strumenti finanziari. Da una parte ci sono gli acquirenti, disposti a spendere denaro per comprare i titoli, dall’altra i venditori, che mirano a ottenere denaro in cambio delle azioni in loro possesso.

In borsa vige la regola del rapporto domanda-offerta: ciò significa che il prezzo di un’azione varia in base a quanta richiesta c’è di quel determinato titolo e alle aspettative di vita, ossia l’indicatore dei livelli di sopravvivenza di una popolazione.

In questi giorni, come possiamo facilmente dedurre, quest’indicatore continua a variare in maniera negativa per via di questa situazione di guerra.

I media hanno un compito molto importante in questi giorni.

In base alle notizie che passano, le persone hanno una visione più o meno ottimista della vita e quindi decidono se investire o no i loro risparmi in una determinata direzione.

In un periodo di paura come questo nessuno può trarne vantaggi se non lo speculatore.

Ora vi chiederete:” quale è il collegamento tra lo speculatore e la guerra”?

Per definizione lo speculatore è colui che compra azioni quando sono in calo essendo quasi totalmente sicuro di poterci guadagnare.

Per quanto irrispettosa e crudele sia quest’azione il lavoro dello speculatore è totalmente legale anche perché, purtroppo, il guadagno in borsa è sempre condizionato dalla perdita di denaro di qualcun altro.