La chiesa, progettata da Giuseppe Zimbalo, presenta notevoli somiglianze con un’altra sua opera, la chiesa dell’Annunziata di Galugnano. Situata sul terreno occupato in passato da due antiche cappelle dedicate a San Nicola e Santa Venera, la costruzione fu completata nel 1630.   

Dopo la soppressione dell’ordine religioso nel 1807, il convento ha subito diverse trasformazioni: è diventato prima sede della caserma dei Carabinieri nel 1831 e successivamente è stato adibito a scuola, ospitando il Liceo “Cosimo de Giorgi”.  Quanto alla chiesa, essa ha conosciuto un destino diverso, trasformandosi in un deposito di tabacco. Solo nel 1831 l’arciconfraternita del SS. Crocifisso e del Gonfalone si è stabilita al suo interno e ha intrapreso i lavori di restauro.

La chiesa di Santa Teresa è situata a metà strada fra Piazza Duomo e Porta Rudiae, la zona più popolata della città e spesso gremita di turisti. Oggi la via prende il nome di Giuseppe Libertini ed è conosciuta principalmente per la presenza di questo gioiellino architettonico ed artistico. L’edificio di culto fu costruito dai Carmelitani Scalzi, ai quali il canonico Annibale Mercurio donò la sua dimora. Proprio nel luogo dove si trovava quest’ultima, dopo essere stato opportunamente ampliato, cominciarono i lavori di costruzione per la Chiesa di Santa Teresa e l’attiguo convento nel 1620.

I carmelitani scalzi introdotti furono introdotti in città nel 1620 da fra Antonio Clemente di Gesù e Maria. 

I teresiani erano gli ordini rivali dei domenicani (della vicina chiesa di San Giovanni Battista) e degli agostiniani (di Sant’Angelo). Questi ultimi impedirono che la nuova chiesa carmelitana fosse intitolata alla Vergine di Costantinopoli.

I teresiani ricevettero benefici dalle personalità più importanti del luogo e riuscirono a stabilirsi in una chiesa la cui fabbrica è stata attribuita a Giuseppe Zimbalo. 

Il primo ordine del prospetto è caratterizzato da una massa muraria solenne e la robusta trabeazione risulta sostenuta da colonne corinzie tra cui si aprono le nicchie laterali decorate dalle statue di SS. Giovanni Battista ed Evangelista.

 Il secondo ordine, incompiuto, si raccorda al primo avvitandolo per una coppia di volute caratterizzate da rigogliosi trionfi di fiori. Il prospetto (che anticipa quello delle facciate dell’Annunziata di Galugnano e degli Agostiniani di Melpignano) si contrae, all’interno, sotto la navata coperta da una volta carenata e, assieme a tre profonde cappelle laterali sormontate da cupolette ovali (un tempo decorate con balaustre marmoree e cancelli) e il breve transetto suggestionano l’osservatore e arricchiscono la struttura di risalti pittoreschi, impreziositi dalle macchine dei sei altari, intagliati nel calcare locale.

 I due altari, tra loro antistanti, di S. Venera (patronato Paladini) e di S. Nicola di Bari (patronato de Raho) furono realizzati a ricordo di due cappelle che sorgevano nell’area precedentemente occupata dalle fabbriche dei teresiani, mentre il primo e il terzo altare furono commissionati rispettivamente dal patronato romano e Paladini-Cicala e, in seguito, Palmieri.

 Lavoro dello Zimbalo, nel presbiterio che conserva il coro ligneo dei teresiani sono la “Giuditta col capo di Oloferne” e il “Salomè col capo del Battista“.

La costruzione del complesso religioso, però, suscitò l’invidia dell’Ordine dei Domenicani che l’11 Ottobre del 1620 sgarrarono la fabbrica dei Teresiani fino alle fondamenta”, cioè la attaccarono. A quei tempi, infatti, non erano insolite le discordie fra diversi ordini religiosi che abitavano la grande città.

L’edificazione della chiesa riprese solamente nel 1627 e continuò per circa un ventennio. Realizzata dalla mano giovane ed esperta dell’architetto Giuseppe Zimbalo, presenta una somiglianza con la Chiesa dell’Annunziata di Galugnano. L’edificio sacro, dedicato alla fondatrice dell’ordine Teresa d’Avila, diventò per diverso tempo deposito di tabacco, fino a quando nel 1831 non fu restaurato e riportato all’originario splendore.

FACCIATA

La chiesa di Santa Teresa non passa sicuramente inosservata, data la sua particolarità artistica che risulta delicata e che si sposa perfettamente con lo stile barocco della cittadina. 

La facciata è rimasta incompiuta, proprio come per  quanto riguarda quella della chiesa di S.Angelo (realizzata sempre da Zimbalo). L’esterno si articola in due ordini. Il primo, largo e disteso, è caratterizzato da diverse colonne a fusto scanalato

Due colonne laterali incorniciano due nicchie dalla forma arrotondata sul lato superiore, abbellite sia sotto che sopra da degli angioletti in rilievo che conferiscono sacralità all’edificio. Queste contengono le statue dei SS.Giovanni Battista ed Evangelista. Nella nicchia a destra quest’ultimo tiene sotto braccio il Vangelo. Risaltano particolarmente le pieghe dei vestiti, morbide e armoniose. Giovanni Battista, invece, spicca nella nicchia sinistra con in mano una croce ed ai suoi piedi un agnellino. Il suo sguardo sembra essere rivolto ai fedeli che entrano nella Chiesa e, proprio perché la facciata è incompleta, gli manca una mano.

PORTONE

Spostando lo sguardo nella zona del portone d’ingresso, non è difficile notare due gruppi di tre colonne anch’esse a fusto scanalato. I capitelli di queste ultime sono di ordine corinzio e sono caratterizzati da festoni floreali i quali raccordano le due colonne fra cui si trovano le nicchie dei Santi. Il portale d’ingresso è circondato da una cornice massiccia, sormontata dallo stemma dell’Arciconfraternita del Crocifisso, associazione che si è occupata di ricostruire e riportare in vita l’edificio.

Un’imponente trabeazione sostiene l’ordine superiore, ancora oggi rimasto incompiuto. Al centro di questo è possibile notare una grande finestra dal lato superiore arrotondato, protetta da una piccola ringhiera in stile barocco. Il fastigio di coronamento, nonostante manchi, non rende la facciata meno affascinante. Ai lati trionfali dell’ordine superiore sono situati dei cesti di frutta su accorciate volute. L’edificio in complesso è dominato da un effetto di chiaroscuro.

DESCRIZIONE INTERNO

La pianta a croce latina è composta da un’unica navata e sono presenti lungo tutta la navata delle cappelle, che si aprono nella parete.  

La navata è coperta da una copertura a volta lunettata, mentre le cappelle sono ricoperte da cupolette ovali.

 Sono presenti tre altari per lato: sul lato sinistro della navata gli altari dei santi Medici, di santa Venera e di santa Teresa d’Avila. Sulla parete destra sono addossati gli altari dell’Immacolata, della Dormitio (con affresco del XVI secolo) e del Crocifisso.

Il transetto ospita nel braccio destro le tele di Sant’Anna, de L’Adorazione dei Magi, di San Giovanni Battista e di Sant’Antonio da Padova; in quello sinistro quelle de L’Adorazione dei Pastori, di Giuditta col capo di Oloferne e di Salomè con il capo del Battista.

Confraternita dei Santi Medici Cosma e Damiano

La Chiesa attualmente è retta dalla Confraternita dei Santi Medici Cosma e Damiano. La devozione per i Santi Medici Cosma e Damiano è molto sentita nel mezzogiorno  per il legame che il territorio ha con la Grecia, in quanto essi provengono dall’oriente . Per questo motivo a Oria e a Bitonto ci sono dei santuari in onore dei Santi Medici.

Altare maggiore

Nel presbiterio, dietro l’altare maggiore in marmo commissionato nell’Ottocento dall’arciconfraternita del Crocifisso, è collocato l’antico coro ligneo.  L’altare venne realizzato su disegno dell’ingegnere Oronzo Bernardini. L’altare precedente, sempre in marmo con tarsie policrome, venne rimosso e ricomposto nella Cattedrale di Lecce.

Sulle pareti sono posizionate varie tele, tra le quali l’Annunciazione della Vergine, il Riposo in Egitto e la pala centrale della Vergine col Bambino e Santi.

I altare a destra: Altare dell’Immacolata

Al centro dell’altare è presente la tela raffigurante la Trinità, l’Immacolata e le anime del purgatorio. 

Statua della Madonna Addolorata , in una nicchia sulla destra dell’altare c’è la Madonna Addolorata La Desolata, in lutto per la morte del figlio, in stile Spagnolo. Queste sculture escono in processione il Venerdì Santo.

In basso, posta all’interno di una bara trasparente, è presente la statua in cartapesta del Cristo morto , opera del maestro cartapestaio Antonio Maccagnani.

II  altare a destra: Altare della Dormitio Verginis

L’altare è sormontato da una cupoletta ovale ed è finemente intagliato nella morbida pietra leccese. Sulla parete a destra è presente la tela che raffigura La Dormitio Verginis, il trapasso di Maria, realizzata nel 1500.

III altare a destra: Altare del Crocefisso

L’altare è sormontato da una cupoletta ovale ed è finemente intagliato nella morbida pietra leccese. L’altare è dedicato al Crocifisso e presenta la statua in cartapesta che rappresenta San Francesco d’Assisi.

San Francesco abbraccia Cristo crocifisso

La composizione simboleggia il momento culminante della vita di Francesco d’Assisi, cioè quando decise di rinunciare a tutti i suoi beni materiali per abbracciare la vita religiosa. il globo sul quale Francesco poggia il piede, quasi a spingerlo lontano, simboleggia il mondo terreno che egli rifiuta e abbandona per diventare discepolo di Gesù.

I altare a sinistra: Altare di Sant’Oronzo

L’altare è sormontato da una cupoletta ovale ed è finemente intagliato nella morbida pietra leccese. Qui, al centro, è presente un dipinto che raffigura Sant’Oronzo , a sinistra , l’affresco miracoloso della Vergine della Carità del 1500, e a destra la statua in cartapesta che raffigura Sant’Antonio da Padova.

Affresco miracoloso della Vergine della Carità 

L’affresco è del 1400 (1500?) e rappresenta la Madonna col Bambino. Esso proviene dalla chiesa della Madonna della Carità, che ora non esiste più. La chiesa venne costruita in seguito a un miracolo che compì la Madonna e si trovava, un tempo, alle spalle della Chiesa di Santa Chiara.

Miracolo

Si narra che di fronte a un’osteria un gruppo di uomini giocavano e si ubriacavano. Presi dai fumi dell’alcool, uno di loro lanciò un pugnale  per colpire l’immagine della Madonna presente all’esterno. Colpita l’immagine, dal pugnale uscì sangue umano.  La gente decise di costruire una cappella in onore della Madonna, per riparare all’ortaggio. Nel 1600 la Cappella in onore della Madonna venne distrutta, ma l’immagine miracolosa fu preservata e portata nella chiesa di Santa Teresa.

II altare a sinistra: Altare di Santa Venera

L’altare è sormontato da una cupoletta ovale ed è finemente intagliato nella morbida pietra leccese.

Al centro di esso è presente un rarissimo affresco che raffigura Santa Veneranda, risalente al 1500, con bassorilievi in pietra nella parte inferiore. Sul lato sinistro c’è la tela raffigurante La predica di San Francesco Saverio. Nella cappella si trova la statua in cartapesta che rappresenta Santa Rita da Cascia.

I due altari, tra loro antistanti, di S. Venera (patronato Paladini) e di S. Nicola di Bari (patronato de Raho) furono realizzati a ricordo di due cappelle che sorgevano nell’area precedentemente occupata dalle fabbriche dei teresiani.

III altare a sinistra: Altare di Santa Teresa

L’altare è sormontato da una cupoletta ovale ed è finemente intagliato nella morbida pietra leccese. Al centro dell’altare è presente la tela che raffigura Santa Teresa, a cui è dedicata la Chiesa. La tela è stata restaurata nel 2023. Sulla base della prima colonna a sinistra , si legge: “ Giuseppe Ximalo colpiva”, che è l’unica firma del grande architetto leccese Giuseppe Zimbalo.

 Statua di Sant’Oronzo

Sulla porta d’ingresso troneggia una gigantesca statua in cartapesta di sant’Oronzo, opera realizzata nel 1869 dal leccese Achille de Lucrezi. Il più alto Sant’Oronzo al mondo in cartapesta alta 5,45 metri.