Lo scorso 19 gennaio, senza intenzione e anche controvoglia, avendo ricevuto un biglietto omaggio, mi sono trovata a vedere lo spettacolo “Shoah frammenti di una ballata” di Fabrizio Saccomanno e Redi Hasa.

Lo spettacolo è durato un’ora e mezza e consisteva nella recitazione di quattro storie di bambini e adolescenti vissuti al tempo della Shoah in Ucraina, Ungheria Polonia, Italia tra il 1942 e il 1946. Oltre alle storie c’era anche il violoncello di Redi Hasa che creava molta atmosfera e riusciva a farti vivere ancora più intensamente quei racconti. Le storie erano i pensieri e le emozioni che i bambini provavano, le possibili spiegazioni a quello che stava accadendo loro. In questo periodo, vicino alla giornata della memoria, sia a scuola che in televisione si discute molto su questi argomenti. E’ da quando andavo alle elementari che ogni anno vedo film, foto o leggo qualcosa a riguardo, ma non ero mai stata a teatro. Devo dire che è stata un’esperienza davvero intensa che mi ha fatto pensare molto. Uscita dal teatro ho parlato con la persona con cui avevo visto lo spettacolo e siamo arrivati entrambi alla stessa conclusione, ovvero che vedere una cosa del genere e ascoltare queste storie è molto più d’effetto e ci ha fatto ragionare molto di più rispetto a vedere un film o a parlare di questi argomenti in classe. Abbiamo concluso che qualsiasi iniziativa di questo tipo può contribuire a tenere vivo il ricordo di eventi tanto drammatici e invitarci a riflettere, affinchè quello che è successo non si ripeta più.