27 gennaio 2018: settantatreesimo anniversario della giornata della memoria delle vittime della Shoah.
Con questo termine viene indicato lo sterminio di ebrei, Rom, Sinti, Jenisch, Testimoni di Geova ed omosessuali, considerati, questi ultimi, vittime silenziose e sconosciute poiché anch’essi deportati nei campi di concentramento nazisti. Gli omosessuali, come gli ebrei, venivano identificati con un simbolo: un triangolo rosa applicato sulla giacca. Le persone che lo indossavano erano escluse ed emarginate sia all’interno della società che nei campi di concentramento. Picchiate e bastonate, venivano loro strappate le unghie delle mani e dei piedi. Gli scienziati tedeschi, inoltre, si divertivano a fare esperimenti su di loro per estirpare “il gene dell’omosessualità” attraverso letali iniezioni di testosterone. La loro percentuale di sopravvivenza rasentava il 40% ed era seconda soltanto a quella degli Ebrei. Si contarono all’incirca sessantamila omosessuali carcerati e almeno ottomila morti deportati all’interno dei lager. Il regime di terrore nei confronti di queste persone non terminò con la liberazione dei prigionieri dai campi di concentramento. Molti negarono la loro natura omosessuale, non diedero mai una chiara spiegazione del triangolo rosa e del perché fossero stati deportati. La situazione restò invariata almeno fino agli anni settanta, qundo vennero abolite le leggi contro l’omosessualità. Infatti in molti Paesi, tra cui anche la Russia e l’Italia, l’omosessualità era punita severamente, talvolta anche con la pena di morte, il motivo per cui questa tragedia è rimasta sconosciuta e dimenticata per decenni. Nonostante siano trascorsi ben settantatrè anni da questa orribile strage, continuano nel mondo delle discriminazioni contro gli omosessuali. A Siracusa, giorni fa, un ragazzo gay è stato picchiato con calci e pugni e ha perso l’uso di un occhio per l’unica “colpa” di essere omosessuale. Questo è solo uno degli oltre ventimila episodi di scontri omofobi che avvengono annualmente in Italia e che, secondo i dati dell’Ilga (International Lesbian and Gay Association), sono la ragione per cui il nostro Paese è considerato lo Stato europeo dove gli omosessuali sono meno tutelati. La strada per l’uguaglianza è ancora lunga e proprio le giornate della memoria dovrebbero indirizzarci verso un mondo senza discriminazioni.