di Gabriele Pennetta

Siamo ormai a otto mesi dall’inizio dell’epidemia qui in Italia, ma il mistero su come sia realmente iniziata non è stato ancora del tutto svelato. Sin dall’inizio è partita la caccia all’untore o “paziente zero” in pieno stile seicentesco, come raccontava Manzoni.

Inizialmente era stato identificato con un 38enne di Codogno ma c’erano ancora dei dubbi, in quanto il virus si era espanso troppo velocemente per essere partito da lì a fine Febbraio. Dopo vari mesi si è giunti alla conclusione che in realtà il paziente zero era un turista tedesco venuto in Italia a fine Gennaio. Negli ultimi giorni però sono emerse nuove informazioni e la storia sul paziente zero è destinata di nuovo a cambiare.

Le ultime notizie si devono all’istituto tumori di Milano, che analizzando dei prelievi di sangue eseguiti su 959 volontari a settembre 2019 per uno screening ai polmoni, hanno scoperto che l’11.4% (dei quali il 14% già a settembre e il 30% nella seconda settimana di febbraio 2020) delle persone sottoposte all’analisi presentavano già gli anticorpi per il coronavirus. Questo conferma alcune teorie secondo cui il virus fosse già in circolo da molto tempo prima che scoppiasse il caso a Wuhan, nello specifico in Italia lo era già nell’estate antecedente al fatto. Con queste scoperte è stata aggiunta un’altra pagina di storia a questa “caccia” che sembra interminabile.

Riusciremo mai a sapere la verità su quanto è accaduto?