Prosegue il percorso del Progetto ”Cultura Mondo”, grazie al quale gli studenti del De Giorgi si confrontano con le culture e le tradizioni delle comunità straniere presenti nel territorio salentino.

Presso il circolo letterario di Crocevia, gli studenti  hanno esposto il lavoro preparato nell’ultimo mese riguardo la cultura del Gambia, esaminando aspetti politici, economici e sociali. Un’intervista doppia tra i ragazzi del liceo e due ragazzi gambiani  ha permesso di affrontare temi importanti in modo leggero, analizzare gli aspetti e le abitudini dei giovani che, pur appartenendo a culture diverse, vivono e amano le stesse passioni. L’incontro ha riscosso molto successo perché ha incuriosito la storia di uno dei più piccoli stati dell’Africa occidentale di circa 11. 000 km² con 2 milioni di abitanti, molto legato agli aspetti della propria tradizione e popolato da diversi gruppi etnici che, nonostante vogliano conservare la propria cultura,  vivono pacificamente tra loro, come i mandingo, i fula, i wolof e i jola, nonostante vogliano conservare la propria cultura. Ex colonia britannica fino al 1965 e facente parte del Commonwealth, nel 2013 il Gambia è stato ritirato dall’organizzazione dall’ex presidente Yahya Jammeh che, inoltre, ha ordinato l’adozione della lingua araba come lingua ufficiale, in sostituzione a quella inglese. Oggi, grazie alle elezioni del 2016, il Gambia è governato da Adama Barrow, che oltre ad aver chiesto la riammissione al Commonwealth, ha iniziato un processo di democratizzazione del Paese.  Il settore maggiormente sviluppato è quello dell’agricoltura, in particolare la coltivazione e l’esportazione di arachidi. Purtroppo il turismo è diminuito di circa il 60% a causa dei problemi politici e dell’epidemia d’ebola del 2014. L’evento è risultato molto proficuo e coinvolgente per tutti i presenti e, come sempre, l’obiettivo è stato raggiunto, ovvero quello di aprirsi alla conoscenza di nuove culture, approfondirne lo studio e vedere le cose da una prospettiva diversa dal solito, che abitualmente porta la gente a giudicare senza conoscere.