Ingiustizie Giustificate è un monologo di Maria Sofia Saveria De Luca, vincitrice del concorso "Anima la Filosofia" nella categoria "Filosofando", durante la trentesima edizione del "Festival della Filosofia in Magna Grecia".
Il monologo è incentrato sull'evoluzione della condizione della donna, dal tempo degli antichi Greci al giorno d'oggi.

Al giorno d’oggi, l’appartenenza al genere femminile non assicura certamente la presenza dell’angelo del focolare in ogni casa: la donna buona, la brava madre di famiglia o la mamma amorevole. Al contrario le donne dell’Età Contemporanea sono scaltre, indubbiamente intelligenti e di certo non sciocche. Basti pensare alla figura magistrale e sapienziale di Diotima, e all’emancipata e anticonformista Lesbia, mai vincolata ad un uomo. Se parlo di me stessa,posso dire che non guardo in faccia a nessuno, in particolar modo quando devo perseguire degli obiettivi. Parliamoci chiaro, gli uomini me li trovo un po’ dovunque, specialmente sui social, che sono diventati un ottimo terreno di caccia. E tutte le volte che qualcuno tenta di sedurmi, io glielo lascio credere, faccio i miei comodi e poi sparisco nel nulla.
Del resto ce lo avete insegnato proprio voi uomini.
Avró pur commesso tante di quelle ingiustizie, ma lo ritengo un modo per restituire il favore, da parte di tutte le donne sottomesse.
Io ho studiato, e so cosa vuol dire subire il torto di lavorare il doppio, per poi sembrare di valere niente. Pertanto mi provoca una rabbia assurda vedere coloro che non sono mai state difese, né dopo denunce o ancora peggio dopo la morte.
L’importante, per me, è non impegnarmi seriamente e soprattutto non convivere con nessuno.
Perché se mi lascio andare, lo so che il tipo di turno si prende troppa confidenza e inizia a chiamarmi con nomignoli imbarazzanti: amoruccio, biscottino…
Le coppie che fanno così sono la cosa più squallida, dopo la festa di San Valentino.
Nonostante io non ti abbia mai promesso nulla, tu non ti sei rassegnato.
E nonostante io sia allergica al polline, tu mi hai sempre riempito di mazzi di fiori.
Senza darti per vinto, mi hai seguito ovunque.
E quando mi hai vista entrare in casa col caro amico della palestra, mi hai fatto l’ennesima patetica scenata.
E allora ti ho detto esplicitamente: “Non ti voglio! Sei un caso umano!”.
Ma era proprio necessario buttarmi dalla finestra? Non me l’aspettavo proprio…
Anche se stronza, lo meritavo? Era giusto?