Guido Guinizzelli, uno dei massimi esponenti della produzione in versi del 1200, nel manifesto dello Stilnovo scrive: “Al cor gentile rempaira sempre amore”. La frase è foriera di molti significati, che non è il caso di richiamare ora. Ma se ci concentriamo solo su “amore”, pensiamo ad una grande  potenzialità di affetti: ad un amore senza pregiudizi, che non può razionalmente scegliere chi sarà oggetto del suo sentimento.

Al tempo dei greci e dei latini certamente nessuno si sarebbe meravigliato se l’amore legava uomo a uomo o donna a donna, e si potrebbero citare diversi esempi: uno fra tutti la storia tra Alessandro Magno ed Efestione (E. Cantarella, Alessandro Magno. Le passioni di un condottiero Feltrinelli editore).

Dopo la diffusione del Cristianesimo molte cose cambiarono e tra queste anche il modo di considerare il corpo e l’amore. Se nel mondo greco-romano era normale non chiedersi a chi fossero rivolti i sentimenti amorosi, adesso prevaleva una mentalità più rigida che guardava con orrore a questo genere di accadimenti. 

Per secoli nulla è cambiato: nel medioevo Dante collocava il suo maestro nell’Inferno e alla fine dell’Ottocento Oscar Wilde veniva processato e condannato per la sua dichiarata omosessualità e quante chiacchiere sulla povera Saffo

Nel 1968 l’omosessualità è stata perfino inserita tra le malattie mentali nella Classificazione Internazionale delle malattie redatta dall’Organizzazione mondiale della sanità, per venirne cancellata più di vent’anni dopo: il 17 maggio 1990. L’Unione Europea e le Nazioni Unite dal 2004 hanno istituito la “Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia”, inserendola proprio il 17 maggio.

Ma siamo veramenti sicuri di sapere cosa siano gli atteggiamenti omofobi?

L’omofobia letteralmente è “ paura dell’omosessualità”. Ma paura di cosa? Di due persone che si amano, la cui unica “colpa” è quella di avere gli stessi cromosomi? In realtà si tratta di una vera e propria avversione contro le persone omosessuali e l’omosessualità in genere. L’omofobia non comprende solo gli atti di violenza che fanno scalpore negli articoli delle grandi testate giornalistiche; l’omofobia è presente in qualunque luogo dove due donne hanno paura di tenersi per mano, in qualunque famiglia che isola un figlio che vive a suo modo la sua sessualità, l’omofobia è anche doversi sentire obbligati a dichiarare apertamente il proprio orientamento sessuale come se si trattasse di un crimine.

Sono proprio l’omofobia, la bifobia e la transfobia latenti le situazioni più difficili da combattere, celate dietro piccoli gesti quotidiani.
Siamo nel XXI secolo ma non possiamo parlare di mentalità sociale veramente evoluta finché ciascun individuo non sarà libero di essere se stesso alla luce del sole.

Alla fine, come dice Niccolò (Rocco Fasano) nella quarta stagione di Skam italia, qualunque omofobo “È solo un ignorante. Non gli diamo soddisfazione