di Gilda Romana Scipioni

Israele e Palestina: due paesi in conflitto da ormai molti anni. Ma come è nato tutto? 

Secondo alcuni studiosi questo noto conflitto avrebbe origine negli eventi narrati nelle Sacre Scritture ebraiche, con Dio che promette questo territorio al suo popolo, Israele.

Alla fine della Prima guerra mondiale, quando l’Impero ottomano si sgretolò, la Palestina divenne un territorio sotto mandato britannico quando a causa della Dichiarazione di Balfour nel 1917 le tensioni con i popoli arabi locali aumentano maggiormente. 

Ma il vero e proprio conflitto ha inizio nel 1947 quando le Nazioni Unite in seguito all’Olocausto votarono per la spartizione dei territori Palestinesi in due stati uno Ebraico e uno Arabo e permisero il ritorno degli ebrei in Medio Oriente. La creazione dei due stati, comunque, non decollò. Iniziarono subito a esserci anche lotte armate tra i due gruppi che portarono nel 1948 alla dichiarazione d’indipendenza Israele, ma non dello stato della Palestina.

 La nascita di Israele non solo scatenò una guerra con la Palestina, ma anche con i paesi confinanti: Siria, Iraq, Transgiordania ed Egitto durante la quale l’85 percento della popolazione araba del territorio fu allontanata dalle proprie case dagli israeliani e non sono stati mai autorizzati a tornare. Questo episodio viene chiamato Nakba ovvero “catastrofe“.

A questo non ci fu una risposta immediata ma nel 1964 nasce la resistenza Palestinese, un organizzazione chiamata Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) con a capo Yasser Araf, che si rese protagonista di numerosi attentati e dirottamenti di alto profilo.

Dopo la guerra dei Sei giorni ci furono vari accordi tra cui quello tra Israele ed Egitto nel 1981 che consisteva nel ridare la penisola del Sinai all’Egitto, questo accordo costò la vita all’allora presidente egiziano Sadat, ucciso durante una parata militare da alcuni militari egiziani.

Resta nel tempo la situazione drammatica della popolazione palestinese. Milioni di palestinesi rifugiati in campi profughi, una popolazione tenuta sotto il controllo di Israele, ha determinato nel 1987 la ribellione dei più giovani contro l’esercito Israeliano, dando vita all’Intifada, la guerra delle pietre.

Nel 1993, grazie agli accordi tra i due paesi, sono cessate temporaneamente le violenze, ma sono riprese intorno al 2006 e non sono più terminate fino ad oggi.