di Federica Miglietta

Freddo e pioggia, le vacanze ormai alle spalle, l’aumento di peso dopo le feste e lo stress dovuto al carico di lavoro sempre maggiore, gennaio sembra davvero il mese peggiore dell’anno. Proprio basandosi su questi indicatori, lo psicologo Cliff Arnall dell’Università di Cardiff ha realizzato un’equazione che ha permesso di identificare il giorno più triste dell’anno, ovvero il terzo lunedì di gennaio. Dato che però si tiene conto di fattori variabili e incerti come umore, meteo, stress,  e che quindi non possono essere calcolati matematicamente, l’equazione di Cliff è presto stata ritenuta pseudoscientifica. Nonostante ciò il Blue Monday è divenuto con il passare del tempo una ricorrenza sempre più conosciuta. A cosa è dovuto questo successo? Forse perché questa giornata offre quasi una giustificazione ad un’emozione che non sempre viene accettata, oppure perché  permette di condividere uno stato d’animo che solitamente porta a sentirsi soli.

Proprio per combattere la tristezza sono sorte molte attività senza dubbio anticonvenzionali come le rage room o stanze della rabbia, luoghi dove ci si può recare per sfogare lo stress distruggendo oggetti. Al proprio arrivo infatti vengono fornite le apposite protezioni in modo da non farsi del male ed uno strumento da utilizzare per rompere tutto ciò che c’è nella sala. Si può scegliere la musica di sottofondo, portare oggetti da casa ed urlare ciò che si vuole poiché le pareti sono insonorizzate. Queste stanze sono presenti anche in Italia e si trovano a Milano, Roma, Firenze, Rimini, Bari.

Un altro locale esclusivo per i clienti malinconici è il Negative Cafe and Bar Mori Ouchi a Tokio, un bar che permette di trascorrere il tempo con la propria negatività in cabine di legno simili a chalet che racchiudono il proprio tavolo.

Ma iniziative del genere non sono l’unico modo per allontanare la tristezza. Lo sport ad esempio può essere un ottimo strumento, poiché quando si pratica attività fisica vengono prodotte endorfine (ovvero i neurotrasmettitori della felicità). Tra le discipline più adatte a questo scopo troviamo la danza, che permette di lasciarsi andare, acquisire fiducia in sé stessi e inoltre stimola la produzione di antidepressivi naturali come serotonina e dopamina. Anche il trekking può essere un ottimo rimedio dal momento che aiuta a rallentare i battiti cardiaci ed i rumori assimilati durante il percorso stimolano il cervello e riducono l’ansia.

Una ricerca della Drexel University di Philadelphia ha, inoltre, evidenziato la connessione tra arte e stress. L’esperimento coinvolgeva 39 persone adulte fra i 18 e i 59 anni che per 45 minuti potevano dedicarsi alla pittura, alla modellazione dell’argilla o al disegno. Si è verificato che al termine dell’esperienza il livello dell’ormone legato allo stress, ovvero il cortisolo, era notevolmente diminuito, in particolare nei giovani. Anche la musica classica rilassa la mente, rallenta il battito cardiaco, abbassa la pressione, fa scendere gli ormoni dello stress e, proprio come l’arte, stimola la fantasia creando un diversivo per distrarsi.

I metodi per scacciare la negatività sono svariati, ma delle volte provare ad affrontarla non è una pessima idea. Come ci insegna il film Pixar Inside out tutte le emozioni hanno la loro importanza e pertanto anche la tristezza ha il proprio valore, perché ci aiuta a comprendere meglio i problemi, metabolizzarli e crescere.