<<Non vengono da un altro pianeta e non nascono dal nulla. I responsabili della prossima pandemia sono già tra noi, sono virus che oggi colpiscono gli animali ma che potrebbero da un momento all’altro fare un salto di specie -uno spillover in gergo tecnico- e colpire un essere umano>>

È con questa profetica asserzione che David Quammen, già nel 2012, prevede una pandemia <<provocata da una zoonosi, possibilmente trasmessa da animali selvatici, pipistrelli forse>>.

Spillover è frutto di una lunga gestazione, durata probabilmente quanto la carriera da giornalista specializzato in biologia del suo ideatore. Quammen ha conosciuto l’ebola, la SARS e la MERS e ha avuto modo di riflettere, con un’analisi non solo biologica, ma anche antropologica e sociologica, sulle caratteristiche fondamentali che portano i virus animali (le zoonosi) a fare un “salto di qualità” e ad attaccare l’uomo. L’eziologia di ogni pandemia sta, a detta dell’autore (supportato da un’ imponente mole di letteratura scientifica), in uno squilibrio ecologico provocato dall’irruzione di attività umane in particolari ecosistemi. In parole povere, le specie “serbatoio” di un virus (spesse volte a loro innocuo), se strappate dal loro habitat originario e costrette -usando un eufemismo- a gabbiette nel mercato umido di Wuhan, possono -non di rado- trasmettere all’uomo, direttamente o indirettamente, una varietà impensabile di virus che possono, a loro volta, esitare in un quadro patologico anche estremamente severo. 

Accade che, da una parte per l’elevata contagiosità, dall’altra per il tasso di letalità relativamente basso e -ancora- per il particolare corredo dell’RNA virale, un virus, che potrebbe essere (come nel caso dell’ebola) circoscritto in un’area geografica non estesa, prenda piede fino a scatenare una vera e propria pandemia.

La novità della pandemia da COVID-19 è che, il virus con il quale abbiamo a che fare, appartiene, a differenza delle passate pandemie (come quella della polio), ad una famiglia già conosciuta e già studiata.

La SARS-Cov 2 è simile alla SARS del 2002, alla MERS del 2012 o ad altri ceppi della stessa famiglia di genere influenzale. La maggior parte di questi ceppi, in particolare quelli appartenenti alla classe beta-coronavirus (come la COVID-19), possono essere trasmessi dai pipistrelli o, secondariamente, da altri animali selvatici.

A questo punto, è la pandemia il segno che c’è qualcosa che non quadra nel rapporto uomo-natura?

Può la società globale migliorare questo “scompenso”?

Come possiamo prevenire, o quantomeno prevedere, una prossima pandemia?

Queste sono domande ampie che meritano risposte ampie e un impegno istituzionale sovranazionale. È necessario incentivare la cultura scientifica e umanistica per aumentare la comprensione di ciò che nessuno vuole capire.