di Sara Aprile e Greta Turco

A distanza di 700 anni dalla morte di Durante di Alighiero degli Alighieri, meglio noto come Dante, le opere del “Padre della Letteratura Italiana” sono ancora al centro del dibattito culturale internazionale, prima tra tutte la Divina Commedia. Il capolavoro dell’autore fiorentino è stato al centro del dibattito svoltosi in occasione del Dantedì (25 Marzo) nel webinarPerchè leggiamo ancora la Commedia?” a cui hanno partecipato tre studentesse (Aprile Sara 5B, Salamina Clementina 5B, Turco Greta 5B) del Liceo Scientifico Statale “Cosimo De Giorgi” di Lecce.

Gli spunti di riflessione proposti dai relatori sono stati tanti, senza alcun dubbio quello che ha suscitato maggior interesse negli studenti è stata la proverbiale risposta ad uno dei fondamentali quesiti che affliggono il percorso scolastico di ogni liceale: “perché leggiamo ancora la Divina Commedia?” Dante con i suoi versi è riuscito a delineare con maniacale precisione i contorni di un universo in grado di rispondere ad alcuni degli interrogativi più discussi nella storia dell’umanità che attirano ognuno di noi sin dalla tenera età: “Cos’è l’uomo? Perché viviamo? Esiste una vita dopo la morte?”

È forte la potenza dei versi danteschi, ma siamo sicuri che i tradizionali metodi di lettura della Divina Commedia siano efficaci? Le generazioni 2.0 a cui gli attuali docenti si rivolgono chiedono una scuola nuova, attiva, efficace… smart. Come conciliare il tutto?

La risposta a questa domanda è stata data proponendo nuovi modi di leggere insieme ai ragazzi l’intera opera: analizzando le miniature, facendoli incuriosire mostrando le differenze tra la versione adottata dai libri di testo utilizzati a scuola ed altre versioni, leggendo interamente ogni Cantica anche per notare come passi generalmente saltati si ritrovano ad essere una finestra di dialogo con la letteratura contemporanea.

Non c’è solo Primo Levi in Se questo è un uomo con il XXVI canto dell’Inferno, il canto di Ulisse; lo stesso poeta Thomas S. Eliot nel dare il titolo al suo poema La terra desolata (The Waste Land) fa riferimento al “paese guasto” del canto XIV dell’Inferno: Creta prima terra feconda e ora terra abbandonata.


Dante può piacere o meno, ma il fascino della Divina Commedia è pari a quello di una stella che in quanto tale risplende di luce propria.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.

Dante AlighieriDivina Commedia