di Diletta Nappo

Ascoltare una nuova canzone dei Beatles nel 2023 è surreale ed emozionante, visto che non esistono più dal lontano 1970. Eppure eccoli ancora qui i Fab Four.

Paul McCartney e Ringo Starr, attraverso registrazioni nuove e preesistenti hanno completato un vecchio brano di John Lennon che vede la luce solo oggi.

Il brano fa parte di una serie di demo di Lennon, realizzati alla fine degli anni ‘70, consegnati postumi a Paul da Yoko Ono e semplicemente intitolati “For Paul”. Questa raccolta di composizioni permise ai rimanenti membri del gruppo di Liverpool, nel febbraio del ‘95, di realizzare due canzoni, “Free as a Bird” e “Real Love”.

I brani, parte del progetto The Beatles Anthology, ebbero notevole successo, posizionandosi entrambi nella Top 5 della Billboard inglese.

Al tempo, la “bozza” di “Now and Then” non venne completata in quanto la band incontrò delle difficoltà nel ricavare da essa un prodotto degno della loro firma.

Con il recente sviluppo dell’AI (Intelligenza Artificiale), è stato possibile isolare la voce di Lennon sulla demo della traccia, e ora la canzone è completa.

Si tratta di un software sviluppato da Peter Jackson, noto per aver realizzato la trilogia del Signore degli Anelli, utilizzato anche durante la produzione della serie di documentari Get Back.

L’opera finale è stata ottenuta da una fusione tra la struttura originaria di John, registrazioni della chitarra di George Harrison realizzate nel primo tentativo di ripresa della canzone del 1995, e nuove take di Paul e Ringo.

Jackson racconta che quando la Apple, la compagnia di produzione musicale fondata dalla band, gli chiese di dirigere il videoclip, era riluttante. Alla fine non accettò mai di fare il video musicale, preoccupato della mancanza di filmati. Di rari e inediti ce n’erano pochissimi, sia della metà degli anni ‘70 quando la canzone prese vita per la prima volta, sia della rivisitazione di venti anni dopo:

Non si possono usare attori o dei Beatles realizzati in CGI – ha detto Jackson – . Ogni ripresa della band doveva essere autentica. Ormai non avevo più idea di come si potesse realizzare un video musicale di Now And Then se non si disponeva di filmati decenti su cui lavorare, e questa non era affatto una scusa banale”.

Successivamente, però, la Apple fece riemergere oltre 14 ore di filmati dimenticati, girati durante le sessioni del ‘95.

Questo mercoledì è stato rilasciato un documentario su YouTube della durata di 12 minuti riguardante il dietro le quinte della finalizzazione di “Now and Then”. Con la regia di Oliver Murray, il film comprende anche il contributo di Sean Ono Lennon, figlio di Yoko e John, che ha consegnato a Jackson ulteriori video inediti.

Ricordando i primi tentativi di convertire il primo montaggio di Lennon in una vera e propria canzone, McCartney spiega: “Ascoltammo la traccia. C’è John nel suo appartamento a New York; lo si sente suonare il piano come se lo stesse colpendo, registrando una piccola demo. “È qualcosa che non dovremmo fare?” Ogni volta che mi veniva in mente questo pensiero, mi dicevo “Aspetta un attimo”. Ipotizzando che avessi avuto l’opportunità di chiedere a John: “Hei John, vorresti che finissimo questo tuo ultimo componimento?”, fidatevi, so che la risposta sarebbe stata “Yeah”. L’avrebbe apprezzato”. L’ex-Beatle riporta inoltre gli ostacoli incontrati entrando per la prima volta in contatto con la registrazione: “Sulla demo di John, era difficile sentire il piano. E ovviamente, al tempo, non esisteva la tecnologia per separare ogni traccia dall’altra. Alla fine esaurimmo le energie, e il tempo”.

Con la svolta della docu-serie Get Back, la tecnologia sperimentata per la separazione della voce dal piano rese possibile per la voce di John varcare il tempo e lo spazio, per arrivare fino a noi; ed è commovente.

Ma anche Harrison viene ricordato, attraverso il tributo della chitarra slide di Paul.

Ringo Starr invece afferma: “È stata l’esperienza che più ci ha avvicinato ad averlo di nuovo nella stanza con noi. È stato davvero emozionante per tutti. È stato come se John fosse lì, capite. Fantastico”.

È inutile aggiungere che la canzone è frutto di un bellissimo lavoro di composizione e registrazione. L’orchestra presenta sfumature antiche e moderne. Questa continuità storica è data dal contributo di Giles Martin nell’arrangiamento degli archi, che racconta di un tempo in cui il mondo conosceva ancora lo storico gruppo.

Infine, Paul e Giles sono riusciti a creare una capsula del tempo attraverso l’aggiunta dei backing vocals di “Here, There and Everywhere”, “Eleanor Rigby” e “Because” nel tessuto della struttura base.

A quanto pare, gli orchestrali della sessione ai Capitol Studios, supervisionata da McCartney, non sapevano di essere al lavoro sull’ultima canzone dei Fab Four.

Si tratta di un vero e proprio atto d’amore che ci arriva attraverso la magia della musica e della tecnologia.