di Diletta Nappo –

Perforando quasi cento anni di storia musicale, un omicida mai incontrato da nessuno, è riuscito a farsi conoscere ovunque. 

Per molti l’allineamento della stessa età di morte tra alcuni dei musicisti più amati giace puramente su circostanze casuali; e, per quanto sia difficile contraddire tale tesi, il fascino dell’immaginazione permette spesso di abbandonare lo scetticismo.

Ecco gli esponenti di una death list dove la soglia dei ventisette anni non fu mai sorpassata.

Robert Johnson (1911 – 1938)

Nacque in Mississippi il primo enigma musicale del ventesimo secolo, un giorno del Maggio 1911. 

Ci si trovava nella cosiddetta “Redemption era”, il ritorno di ideali che promuovevano la “white supremacy”, sconfitta precedentemente in seguito alla Guerra Civile: molte libertà e diritti concessi ai cittadini di colore vennero perciò revocati.

Robert Leroy Johnson prese in mano la chitarra presto nel corso della sua breve vita, trasportando la sua musica un po’ dovunque: molte fonti fanno riferimento al Tennessee e all’Arkansas, senza dimenticare l’ambiente vivace newyorkese.

La madre Julia Major Dodds lasciò il marito Charles Dodds per sposarsi nuovamente e trasferirsi a Robinsonville, quando Johnson aveva appena sette anni. Robinsonville ospiterà le prime forme di produzione musicale inedita, che, sorprendendo anche musicisti odierni, replicava, nella sua presentazione, con una chitarra acustica, lo stile boogie-woogie del piano, il ritmo del basso e della chitarra, accompagnati tutti dal cantato; una scelta più complessa del solito se osservata attraverso gli occhi del tempo.

È probabile che ciò abbia originato la leggenda secondo la quale Johnson abbia incontrato il diavolo ad un crossroads, un incrocio del Mississippi, per scambiare la sua anima con indiscussa bravura musicale

Il musicista morì misteriosamente ventisette anni dopo la sua nascita, proprio nel luogo che gli aveva dato vita; e con lui le poche canzoni accreditate al suo nome, risalite alla luce solo decenni dopo, e costituenti essenziale ispirazione per gli Stones, Eric Clapton e i Led Zeppelin.

Robert Johnson (1911 – 1938)

Brian Jones (1942 – 1969)

Una canzone del 1950 di Muddy Waters, Rollin’ Stone, denominerà l’omonima band dalle radici blues, frutto dell’incontro tra Brian Jones, Mick Jagger e Keith Richards nel ‘62. 

Pochi anni dopo gli interessi musicali di Jagger e Richards contrasteranno fortemente quelli di Jones, guidando il chitarrista verso l’allontanamento, opera dei restanti membri, dalla sua stessa creazione; la separazione dagli Stones era però incoraggiata anche dalla scarsa qualità musicale delle sue esibizioni, uno dei tanti effetti della dipendenza da droga e alcool.

Circa un mese dopo, Jones verrà ritrovato nella piscina della sua Cotchford Farm in Inghilterra, intossicato da sostanze, che, secondo l’autopsia, avrebbero reso il suo fegato due volte più grande rispetto alle dimensioni normali.

Quella notte aveva allestito una piccola festa tra amici, conclusa verso le nove di sera, ora del ritrovamento del cadavere.

Tra i sospettati del presunto omicidio, l’operaio Frank Thorogood, ospitato da Jones, si trovava in un disaccordo economico con quest’ultimo proprio il giorno della sua morte.

Presenti erano anche la fidanzata Anna Wohlin, aiutata da Thorogood nell’estrazione del corpo dalla piscina, e la manager Janet Lawson. Queste due mai formalmente interrogate al riguardo.

Il fidanzato di Lawson ha affermato di aver sentito Thorogood dire sul letto di morte “Sono stato io ad uccidere Brian, ho perso il controllo”.

Brian Jones (1942 – 1969)

Jimi Hendrix (1942 – 1970)

Dalla convivenza con più parenti a causa del divorzio dei genitori, alla morte della madre quando lui aveva solo quindici anni, l’infanzia di Jimi Hendrix, nato il 27 Novembre del ‘42, non fu affatto semplice, bensì segnata da tragedia.

Fece i suoi primi passi verso la fama leggendaria da chitarrista, su una chitarra acustica da circa cinque dollari, presa in mano nei primi anni di adolescenza. Questo mutò nella frequente attività di sciopero a scuola, rapinare macchine, trasferirsi di continuo da una band all’altra, per infine essere costretto ad entrare in esercito, nel ‘61, per evitare la prigione.

Congedando la carriera militare poco dopo, partì per numerosi tour con il bassista, ex-compagno d’esercito Billy Cox. Ebbe quindi l’opportunità di suonare con una numerosa collezione di artisti, da Jackie Wilson a Sam Cooke; perfino per Little Richard, nel mezzo degli anni sessanta, poco prima di formare  i Blue Flames firmandosi come Jimmy James

Il successo era alle porte: il debutto musicale avvenne con Hey Joe, il primo singolo dell’album Are You Experienced della band The Jimi Hendrix Experience, nella quale erano coinvolti anche il bassista Noel Redding e Mitch Mitchell alla batteria.

Il successo catapultò Hendrix non solo nella fama mondiale, ma anche nella dipendenza da eroina. L’ultimo concerto è fatto risalire al 6 Settembre del 1970, in Germania. Due giorni prima del suo ventottesimo compleanno, venne ritrovato morto nell’appartamento dell’allora fidanzata Monika Dannemann a Notting Hill.

La causa di morte fu, da quanto riportato dalla polizia, un’overdose di alcol e pillole per dormire.

Jimi Hendrix (1942 – 1970)

Janis Joplin (1943 – 1970)

Dopo un solo anno dal debutto musicale che aveva regalato al mondo canzoni come Piece Of My Heart e Cry Baby, Janis Joplin perse la vita a causa, anche questa volta, di overdose di eroina.

Ventisette anni prima, precisamente il 19 Gennaio del ‘43, nacque una delle più belle voci della storia della musica. Janis Lyn Joplin trascorse l’infanzia venendo spesso esclusa dalla vita sociale dei coetanei, il che la portò ad avvicinarsi sempre di più al blues. 

Abbandonando il college nel ‘63, partì per San Francisco, con notevole ambizione nel perseguimento della passione per il canto.

La dipendenza dall’alcol e metanfetamina incominciò proprio durante il viaggio, segnato anche dall’incontro con la futura fidanzata segreta Peggy Caserta

Qualche anno dopo, nel ‘66, venne riconosciuta nel suo talento, riscontrando enorme successo come cantante dei Big Brother and The Holding Company, insieme ai quali si esibì a Woodstock, tre anni dopo; qui il suo nome affiancava quello di Jimi Hendrix e David Crosby dei Byrds.

E fu poco dopo che il manager John Cooke la trovò senza vita al Landmark Motor Hotel, Hollywood, non essendosi presentata ad una sessione di registrazione. Fuori dall’hotel, la sua Porsche 356 era ancora parcheggiata.

Janis Joplin (1943 – 1970)

Jim Morrison (1943 – 1970)

Quest’altra vittima del destino del club 27, trovò la morte a Parigi, quasi un anno dopo la scomparsa di Hendrix e Joplin.

Jim Morrison nacque l’8 Dicembre del ‘43, in un ambiente troppo severo per essere considerato la partenza di una rockstar. Suo padre era infatti un ammiraglio della U.S. Navy; questo, però, non fu un ostacolo per la ribellione.

L’esperienza scolastica fu marcata da voti alti, ma anche dai primi incontri con l’alcol. In seguito alla scuola secondaria, fu costretto ad entrare in college (UCLA), al fine di evitare di entrare nell’esercito che avrebbe rappresentato gli Stati Uniti nella guerra del Vietnam.

Diversamente da Joplin, aspettò la fine degli studi universitari per dedicarsi completamente alla composizione di canzoni, droghe e il sole californiano. Durante questo periodo nacquero i Doors, assemblati insieme a Ray Manzarek, Robby Krieger e John Densmore.

Nonostante la delusione del padre, pronto a scoraggiare l’impresa della carriera musicale, i Doors si trovarono presto in cima alla Billboard Hot 100 con Light My Fire. Da qui, niente poteva fermarli. Morrison divenne una leggenda all’interno della comunità rock, anche se la fama non fu interamente un aspetto positivo del successo: Morrison era spesso in conflitto con la nuova vita donatagli dalla musica; e questo dissidio interno lo guidò verso sostanze intossicanti. 

In seguito ad un processo che lo aveva minacciato della prigione a causa di comportamento inopportuno durante un concerto, Morrison abbandonò i Doors, trasferendosi a Parigi con la fidanzata Pamela Courson.

Dietro l’angolo, aspettava impazientemente la morte. Il 3 Luglio del ‘71 Courson trovò il cadavere di Morrison nella vasca da bagno dell’appartamento nel quale convivevano, chiamando invano la polizia di seguito. 

Causa di morte? Sorprendentemente, overdose di eroina.

Jim Morrison (1943 – 1970)

Kurt Cobain (1967 – 1994)

Nel periodo in cui si concentrarono i casi più noti del Club 27, nacque il frontman dei Nirvana, Kurt Cobain. Questa volta però, non fu puro caso a dettare il decesso del ventisettenne.

Ogni elemento della scena del delitto supportava l’ipotesi di suicidio, in particolare una pistola recentemente usata e una lettera per la moglie Courtney Love e la figlia Frances.

Il sogno di intraprendere il percorso musicale si faceva già sentire a partire da una giovane età in Cobain. Il divorzio dei genitori contrassegnò una travagliata adolescenza, dove la sofferenza del ragazzo trovò espressione nei gig con altri musicisti coetanei, fino all’incontro con il bassista Krist Novoselic e il batterista Dave Grohl, completando i Nirvana. Kurt fu però anche accompagnato da Boddah, l’amico immaginario coniato durante l’infanzia come mezzo di rifugio. Questo sarà, attorno al 5 Aprile del ‘94, il destinatario della presunta lettera di suicidio.

Cobain aveva però già cercato di togliersi la vita in una stanza d’hotel a Roma, un mese prima del suo decesso, avvenuto invece a Seattle. I suoi manager avevano ritenuto l’ingerimento di cinquanta pillole un incidente, mentre il cantante insisteva di avere avuto l’intento di derubare la moglie di una cifra monetaria significativa, per poi scappare.

Dopo un paio di giorni di reclusione in un centro di ricovero in California, Kurt disse allo staff di stare uscendo dall’edificio per fumare. Scalò le mura esterne fino ad arrivare al tetto, dove “prese il volo” verso la residenza a Seattle.

L’investigatore Tom Grant fu ingaggiato da Courtney per trovare il marito scomparso, mentre la madre di Cobain emanò una denuncia di scomparsa. La casa del cantante fu oggetto dell’investigazione, anche se nessuno pensò di cercare all’interno del suo garage o della serra, dove Cobain, tra il 4 e il 5 Aprile, trovò la morte.

Kurt Cobain (1967 – 1994)

Amy Winehouse (1983 – 2011)

Amy aveva sedici anni quando un compagno di classe, Tyler James, fece sentire la sua demo alla casa discografica A&R. L’influenza jazz degli zii musicisti e la passione musicale del padre promossero, sin dall’infanzia, nella ragazza, un forte legame con tale branca della musica, la quale, durante la carriera, si fonderà con pop, R&B e soul. Tra le numerose influenze emersero James Taylor, Sarah Vaughan, TLC ed i Salt-n-Pepa

A soli dodici anni fu ammessa alla prestigiosa Sylvia Young Theatre School a Londra, dalla quale fu espulsa quattro anni dopo per non aver dimostrato impegno negli studi ed essersi procurata un piercing al naso.

La demo promossa da Tyler le garantì un contratto con la Island/Universal; da ciò scaturì l’album d’esordio Frank, che incontrò immediatamente notevole successo.

Ma l’ascesa verso il successo mondiale ebbe il suo ufficiale compimento tre anni dopo, nel 2006, con Back To Black. Precedentemente alla composizione del disco, Amy era stata fortemente incoraggiata dai familiari e manager di intraprendere il ricovero dalla dipendenza dalle droghe, inizialmente conosciute attraverso Blake Fielder-Civil, assistente nei video musicali, poi diventato il fidanzato. La cantante abbandonò i manager, per comporre il singolo rappresentante l’esperienza vissuta, Rehab, entrato nella Top 10 del Regno Unito. Il debutto americano le valse poi la nomina di cantante inglese, donna, con posizione più alta all’interno della Billboard di tutta la storia della musica.

Nel Maggio 2007, Winehouse e Fielder-Civil si sposarono, ma l’abuso di sostanze da parte di entrambi non terminò. Questo causò diversi arresti e interruzioni durante il tour dello stesso anno.

I segni di deterioramento fisico e mentale della cantante non bastarono per innescare provvedimenti concreti.

Nel 2008 vinse cinque Grammy, affiancando Beyoncé nel record per più premi di tale categoria vinti in una singola serata da un’artista donna (questo fu poi ripreso da Knowles e Adele negli anni successivi).

In un solo anno, il matrimonio con Blake venne completamente dissolto, concludendosi in divorzio nel 2009. 

Due anni dopo, Amy venne ritrovata esanime, in seguito all’abuso di droghe e alcol, ventotto anni mai compiuti.

Amy Winehouse (1983 – 2011)

Enzo Rizzi ha legato tutte le morti premature del club 27 attraverso Heavy Bone, uno spietato omicida con una forte fame per i musicisti che, nella storia della musica, hanno rappresentato i suoi più famosi bersagli.