di Matilde Maria Forte-

«Siamo nel 2024 ma ragioniamo come 2524 anni fa» è così che la famosa attrice comica Teresa Mannino apre il suo monologo durante la terza serata del Festival di Sanremo. In questo monologo, la Mannino, affronta diverse tematiche tra cui il razzismo, il femminismo e le problematiche ambientali. Inizia citando Protagora: “Diceva che l’uomo è misura di tutte le cose. Per noi l’uomo ricco, bianco e occidentale è misura di tutte le cose e pensa che gli altri siano a sua disposizione. E quello che non serve viene eliminato“. Aggiunge anche che “l’uomo, pur essendo un animale, si sente un essere superiore perché ha la capacità di parlare, di comunicare le proprie esigenze“.

Poi, prendendo spunto da una frase di Giobbe nell’Antico Testamento, in cui è scritto: “Interroga gli animali e te lo insegneranno”, la Mannino afferma di aver interrogato le formiche tagliafoglia e, trasformandosi in una comica-biologa, elenca le caratteristiche di questa specie.«Sono raccoglitrici, coltivano. Fanno agricoltura da 50 milioni di anni, e non hanno rovinato niente. Noi lo facciamo da 10mila anni e abbiamo esaurito il pianeta. Nel sistema delle formiche tagliafoglia ci sono la regina madre e le sue figlie, i maschi sono una minoranza. La regina madre sceglie il sesso delle nuove formiche, femmine. I maschi li fa una volta all’anno per la prosecuzione della specie. E i maschi dopo l’accoppiamento muoiono perché non servono più… non hanno il problema degli ex».

Si può quindi notare che la Mannino in poche parole, trasmesse con leggerezza e simpatia, riesce ad affrontare delle problematiche importanti: l’inquinamento e l’esaurimento delle risorse naturali accompagnato da una punta di femminismo. Conclude il tutto riagganciandosi al tema principale, il potere: che piace a tutti, anche a lei, con la differenza che lei preferisce il “potere di” al “potere su”: “il potere di ridere e di far ridere”.