di Francesco Marsini

Olimpiadi, 1980, Lake Placid. Mancano cinque secondi al termine della finale di hockey maschile tra USA e URSS. Una finale che si inseriva a pieno titolo nella “guerra fredda” e non per il rettangolo di ghiaccio su cui si svolgeva quella partita. Il punteggio è 3-2 per i nordamericani, che arrivavano nettamente sfavoriti rispetto alla corazzata sovietica. Il telecronista statunitense Al Michaels, in un misto tra euforia e sorpresa, esclama una frase che entrerà nella storia dello sport: “Do you believe in miracles?” (“Credete nei miracoli?”). La partita termina e gli Stati Uniti vincono l’oro.

Lo sport ci ha abituato a vivere questo tipo di situazioni, nelle quali un gruppo di sfavoriti, i cosiddetti underdogs, vincono incredibilmente una partita o, talvolta, un intero campionato. E ne è un egregio esempio il Bayer Leverkusen di quest’anno, che domenica 14 aprile ha interrotto l’egemonia ultra-decennale del Bayern Monaco in Bundesliga grazie alla vittoria casalinga per 5 a 0 contro il Werder Brema. Arrivati a questo momento del campionato, dopo ventinove partite giocate sulle trentaquattro disponibili nel campionato tedesco, Die Werkself (“I lavoratori”, soprannome dato alla squadra perché fu fondata da 170 lavoratori della casa farmaceutica Bayer) si sono laureati Campioni di Germania per la prima volta nella loro storia.

La squadra di Xabi Alonso, fenomeno come calciatore e altrettanto come allenatore, secondo quanto dimostrato finora, è stata uno schiacciasassi per tutta la stagione, maturando un vantaggio di sedici punti sulla seconda classificata in campionato, il Bayern Monaco, che le ha garantito la certezza matematica di vincere. Tutto questo, inoltre, è condito dal fatto di non aver perso neanche una partita dall’inizio della stagione e dagli ottimi risultati ottenuti anche nelle altre competizioni: infatti, il Bayer ha raggiunto la finale di DFB-Pokal, la coppa nazionale, ed in semifinali dell’Europa League dove affronterà la Roma.

Le conferme che questa sia un’annata magica in quel di Leverkusen sono arrivate anche nelle ultime gare, come in quella contro l’Hoffenheim dello scorso 31 marzo: in svantaggio per 1-0 all’88’ minuto, gli uomini di Alonso sono riusciti a ribaltarla in tre minuti, portando a casa una vittoria di carattere e mandando un ennesimo messaggio al campionato.

La verità è che l’allenatore (che ha annunciato pochi giorni fa il rinnovo del contratto) è stato capace di creare un’incredibile alchimia nel gruppo, composto da ottimi giocatori, ma senza una stella che brilli più delle altre. La meravigliosa mole di gioco sviluppata dalla squadra è stata principalmente il riflesso di un gruppo compatto e di un ambiente leggero ed allegro. Alonso ha portato tranquillità nello spogliatoio grazie al suo carattere pacato, trasmettendo ai giocatori le sue idee innovative, figlie della fusione delle diverse filosofie di gioco dei suoi ex allenatori: Carlo Ancelotti, José Mourinho, Rafa Benitez e Pep Guardiola, delle leggende della panchina. Per ora, Xabi non è stato da meno.

E per riprendere la domanda dell’inizio… Do you believe in miracles? Yes, we do.