Lettera a Chiara Bordi, la miss senza una gamba, ma con una marcia in più.

Bellissima 17enne che ha concorso questo settembre alla proclamazione di Miss Italia 2018, attirando l’attenzione (e le cattiverie) dei media a causa della sua protesi alla gamba, amputata in seguito ad un incidente stradale.  Cara Chiara, oggi abbiamo parlato di te in classe e della tua rivoluzione ed insomma, nonostante i punti di vista diversi e le discussioni, siamo tutti d’accordo che la tua partecipazione a Miss Italia ci ha fatto un gran bene, e dico “ci” perché mi riferisco a noi come italiani, a noi come società chiusa dal punto di vista del pensiero e discriminatoria nei confronti dei diversi. Disabili. Stranieri. Omosessuali. Ma ci dovremmo rendere conto che la diversità è un patrimonio e ne abbiamo bisogno per crescere e diventare uomini e donne maturi. Dovremmo riuscire a capire che in fondo ognuno di noi è diverso dall’altro e che nessuno può definirsi “normale”. Cos’è poi la normalità?Nascosti dai social, giudichiamo tutti, ma siamo costantemente giudicati e viviamo costantemente imprigionati in una rete di paura. Paura di vivere. Perché vorremmo piacere a tutti. Sempre. Ma questo ahimè non è proprio possibile. Cara Chiara, ti scriviamo perché ci siamo stancati della bellezza assoluta, effimera e virtuale. Una bellezza che ci viene inculcata dal mondo dell’immagine. Ti scriviamo perché, in un modo stereotipato come il nostro, andare controcorrente non è un’impresa da poco. Ti scriviamo perché sei diventata tu la nostra Miss Italia e perché a nulla servono gli insulti e le critiche del web per screditarti. Ti scriviamo perché la mentalità può cambiare, forse, e perché se ci impegnassimo per accettare noi stessi e gli altri per ciò che siamo, come hai fatto tu, riusciremo ad abbattere i muri della discriminazione. Laura Minonne